Il Pasquino

Sindacati, manganelli e democrazia negata


E giù botte da orbi, botte agli operai che perdono il lavoro, a quelli di Terni, ai minatori del Sulcis, ai cassintegrati della Fiat del sostenitore di Renzi, tal Marchionne dal Canada, agli studenti senza scuola pubblica, a chi difende la propria terra contro una speculazione inutile e dispendiosa, i No Tav, a chi non vuole che il proprio paese sia schiavo degli interessi delle banche…a chi non si allinea e protesta. Milioni le famiglie, in Italia, a rischio povertà, aumentano le difficoltà per pagare le bollette, per mangiare, per mandare i propri figli a scuola, aumentano i licenziamenti e la disoccupazione, l’emigrazione di giovani ed anziani…ed ancora giù botte, queste chiamate tagli, alla sanità, all’istruzione, all’assistenza, alla salvaguardia del territorio. Ristrutturazioni, crisi industriale, demansionamenti, reparti confino (dove vengono relegati quei lavoratori prossimi al licenziamento, che rivendicano diritti e dignità e non hanno la tessera sindacale giusta), lavoro nero, sottopagato, non pagato…ed ancora botte, botte da orbi, da parte di quelle organizzazioni sindacali che non “vedono” e non “sentono”, che non si accorgono che le leggi sulla sicurezza non vengono rispettate, se non dopo che ci è stato il morto, che firmano accordi che permettono cassintegrazioni umilianti, ad 800 euro al mese, che permettono carichi di lavoro inumani, licenziamenti dei meno graditi all’azienda, assunzioni clientelari dei loro figli, parenti ed amici, che si siedono nei consigli di amministrazione delle aziende pubbliche e private, che maneggiano, con la controparte, e gestiscono, con la controparte, i soldi dei lavoratori, i loro risparmi, i loro sacrifici…e si assegnano pensioni da favola (vedi Bonanni). I “bella ciao” ed i “se non ora quando” oggi tutti alla corte di Renzi, o almeno la loro maggior parte, sembrano non ricordare più nulla né della Costituzione, che sventolavano in piazza ad ogni starnuto di Berlusconi, né di quelle battaglie, di cui dicevano di sentirsi parte, come quelle della difesa dei diritti dei più deboli. Ora la democrazia dei renziani stravolge il senso a quella parola, su cui si basa la vita Costituzionale del nostro paese, parte all’attacco contro quei minimi livelli di salvaguardia delle categorie dei più poveri, dei “meno fortunati”…per dirla alla Fornero degli “choosy” o degli sfigati, perché, per i ricchi imprenditori e finanzieri alla corte del toscano non votato da nessuno, per rilanciare l’economia bisogna cancellare un po’ di democrazia, trovando il terreno spianato, per questa operazione di stile fascista, da quella corruzione morale e materiale diffusa in tutta quella marmaglia che per anni ha finto di essere di sinistra…o di centro-sinistra…ma che ha sempre e solo pensato alla propria poltrona ed al proprio potere. Nel 1921 il manifesto del partito fascista così recitava: “ Il partito nazionale fascista agirà perché sia sancito e fatto osservare, sempre e comunque, il divieto di sciopero nei servizi pubblici”…da quel manifesto, scritto prima della marcia su Roma, è cominciato il periodo più tragico della vita del nostro paese…non si chiamava Leopolda…ma le facce e le idee sono le stesse.