Il Pasquino

Napolitano se ne va, in pochi ne sentiranno la mancanza


Sembrano ormai finalmente vere le voci che danno il presidente Napolitano dimissionario a Dicembre. Il vecchio anno, il 2014, si chiuderà con il suo discorso (sembra che voglia dircelo a parole sue) ed il suo “lungo” mandato. Cosa ci lascia questo Presidente della Repubblica che spesso, se non sempre, è intervenuto nella vita politica del paese travalicando le prerogative a lui assegnate dal ruolo che ricopre, che da Ministro dell’Interno nulla fece contro l’avvelenamento della sua terra, che da parlamentare europeo lucrava sui rimborsi spesa, che ha firmato leggi anticostituzionali poi bocciate dalla Corte Costituzionale, che ha mantenuto un profilo quasi di sdegno nel processo sulla trattativa tra Stato e mafia che ha portato all’omicidio di Falcone e Borsellino (uccisi con chiare complicità delle Istituzioni), che ha imposto presidenti del consiglio impedendo al popolo di esprimere il suo democratico gradimento con il voto, che mai ha detto una parola sull’abbandono dei disabili, sui morti per tumore della Campania, sui poveri del suo paese, sui pensionati lasciati morire di fame, sulla corruzione endemica del sistema Italia, sulla distruzione di tutto il territorio dello Stivale, su una scuola pubblica lasciata cadere a pezzi, su una sanità depredata da politici di tutti i partiti ? Il deserto morale e democratico, l’assenza di ogni valore, la certezza della distanza incolmabile che ormai esiste tra i cittadini e chi si appropria, tradendone senso e motivo, dei ruoli e delle responsabilità di guida del paese. Non, quindi, una garanzia democratica, una fedele sentinella dei valori sanciti dalla nostra Costituzione, bensì un “picconatore” di cossighiana memoria, capace di scardinare dettati e libertà democratiche nel nome di un non ben precisato, ed ancora meno attuato, bene della nazione e del suo popolo. Mille anni luce lontano da quel presidente, Pertini, che più volte seppe schierarsi a difesa della democrazia e del suo popolo, rifiutando di firmare atti indegni per una Repubblica costituzionale, Napolitano incarna la classe politica attuale, ne detiene pensiero e modi, ne esprime il degrado e l’incompatibilità con le reali esigenze ed i sacrosanti diritti della gente. Per sostituirlo sono già pronti altri “grandi” esempi della nouvelle “dignità” politica italiana a cominciare dalla Finocchiaro, che si faceva accompagnare dalla scorta a fare la spesa, da Amato, famoso per aver rubato dai conti correnti degli italiani il deficit delle casse dello Stato causato dai furti dei politici, a Prodi, famoso per aver svenduto l’Alfa Romeo alla Fiat in cambio di mazzette (sentenza che condanna Romiti al risarcimento agli operai per le mazzette pagate al governo Prodi nella vendita dell’Alfa Romeo), a Fassino, grande estimatore di Marchionne e di quella Tav che appare, ogni giorno di più, l’ennesimo pozzo senza fondo utile a rimpinguare le tasche di partiti, mafie, corrotti e corruttori. I responsabili dello sfascio del paese, del suo degrado morale e costituzionale, si inseriscono in quella frattura insanabile, che cercò di provocare Cossiga e che ora Napolitano ha “trivellato” e ben definito con la sua opera, per presentarsi al paese in piena continuità con chi li ha preceduti. Non ci mancherà, non ne sentiremo la mancanza, ma sembra sempre più chiaro che senza alcuna reazione pagheremo le conseguenze della sua “opera”.