Il Pasquino

La volta delle tasse


     C’era una “volta buona” di un toscano, premier non si sa come, che raccontava, con piglio deciso, la rinascita del paese da esso governato. La scuola sarà l’ingresso nel paradiso della nostra produzione - diceva – e nessun più sarà disoccupato, un milione di posti ed 80 euro, una nuova costituzione e meno tasse per tutti, non son promesse sono impegni, una riforma al mese e giù le spese ! Il tapino, poverino, dai dati istat era smentito: disoccupazione e tasse in crescita, crollo dei consumi interni, aumento del debito e del suo rapporto con il Pil, crollo della produzione, sprechi e furti della politica e dei partiti, le slide da buttare al macero, i cinguettii strozzati in gola. Mai dar l’idea di essere un fallito (anche se tutto conferma il dubbio, che attraversa anche parte di chi l’ha votato), mostrare sicurezza e parlar d’altro, far finta che le boiate dette appena due giorni fa siano di un livello così alto da non poter essere comprese dall’umile gleba, sicurezza ed avanti con il programma fallito appena partito…non è in gioco il destino del paese, sono in gioco interessi altri: quelli delle tav, degli Expo, dei Mose, del Muos, di quella scacchiera che decide poteri ed appalti, mazzette e ricchezze, di tutti quegli scandali che attraversano la penisola e che arricchiscono quel 20% che ha votato PD. Nel buio di un parlamento che spreca il suo tempo a denunciare, penalmente, per interruzione di esercizio di organi costituzionali (art.289 codice penale), l’unica opposizione presente in Italia, il Movimento 5 stelle, proliferano le corruzioni e si innalzano le tangenti e i profitti di una casta ancora più violenta ed arrogante, che ancora una “volta buona” ci propina gli stessi menù, con i soliti ingredienti che prevedono l’ulteriore distruzione dei diritti dei più deboli, l’ennesima riforma di una pensione alla quale, forse, non arriveremo neanche più, l’aumento della tassazione,  la progressiva cancellazione della sanità e della scuola pubblica, un’ulteriore stretta dei diritti costituzionali di voto e di libertà di informazione ed espressione. Il solito, quel solito sconfitto dalla storia, negato dalla realtà, quel solito che serve ai soliti per continuare a mangiare sulla vita degli altri, quel solito che ha stancato i non soliti…e che presto presenterà un conto non tanto “scontato”.