Il Pasquino

L’ USB firma l’accordo truffa sulla rappresentanza sindacale


Proprio ora che Visco ci racconta che va tutto bene, grazie alla cancellazione di pensioni e di diritti, di cultura e di morale, di Costituzione e democrazia, anche l’USB taglia quel nastro che divide il falso dal vero, la giustizia dal sopruso, la libertà dallo schiavismo. Nella delibera del Consiglio nazionale del sindacato di base, di pochi giorni fa, si giustifica la resa delle armi e dei principi fondanti per una “presa d’atto delle richieste di migliaia di lavoratori”. Il “conflitto” dalle fabbriche, dalle aziende e dalle piazze, si sposta su quei “tavoli di trattativa” dove la minoranza, da questo momento in poi l’USB, ha sempre torto, dove la voce dei lavoratori, che l’accordo del Gennaio 2014 firmato dai Confederali cancella del tutto, non ha nessuna importanza. Il ricatto del jobs act e della crisi economica, voluta da banche e classi dirigenti, crea, già di fatto, le condizioni materiali e culturali di una classe lavoratrice costretta a subirne le conseguenze, ad accettare condizioni di lavoro e diminuzioni di garanzie, libertà e dignità che già si concretizzano in Fiat, come nei grandi supermercati, come nei call center, come in gran parte delle aziende italiane e non. La strada è tracciata e seguirla non può che darle ulteriore forza e conferma. L’Usb, da sempre in piazza con le opposizioni sociali, sulle barricate contro i contratti capestro e contro le limitazioni delle libertà fondamentali dei lavoratori, devia dal suo percorso e, in nome di imprecisate ed infondate “costrizioni” , decide il suo ingresso in quel processo concertativo, politico/sindacale, che è stato il primo ed unico artefice del declino non solo materiale, ma soprattutto coscienziale, di una grossa fetta della classe operaia e lavoratrice. La sostituzione sic e simpliciter del necessario protagonismo del movimento operaio , o anche il suo accantonamento contingente, quando in Spagna ed in Grecia si alza forte la voce contro le politiche padronali e di un’Unione Europea serva degli interessi delle banche e della finanza internazionale, pare una resa non obbligata, un passo indietro mosso più dal timore che da una vera ed attenta analisi del momento che stiamo vivendo. L’Usb rappresenta una forza operaia e sindacale con grandi prospettive, capace di muovere, sulla difesa di quei diritti sotto attacco, migliaia di persone…non ha bisogno di nessuna firma per confermarlo.