Il Pasquino

Rossano


Si chiama Rossano e non Rossano calabro, la terra dove da circa trent’ anni vengo ogni estate. Conosco ogni luogo, molte persone del posto, il lido, da poco completamente rifatto, e la tenacia, pacata, di questa gente a cui, lo Stato, un poco alla volta, ha tolto tutto…dal Tribunale all’Ospedale (ora solo Pronto soccorso), dal lavoro a quegli interventi necessari ad un territorio gestito male e controllato peggio, da tutte le varie amministrazioni che si sono succedute in questi ultimi anni. Quell’argine del fiume Citrea, che ieri ha ceduto in una sua ansa a pochi metri dall’abitato e da vari esercizi commerciali, da anni era crepato e tutti, dico tutti, lo sapevano. La pioggia torrenziale, caduta in due ore d’inferno, ha ancora una volta, come capita in tutto il nostro stivale, colpito le persone innocenti, non i responsabili dei mancati interventi, ha cancellato vere e proprie storie di famiglie, una pizzeria nella quale da trent’anni andavo, la Bella Napoli, due lidi che erano punto di riferimento per i ragazzi del posto e per i turisti, ha riempito camping e case di fango, ha trascinato con se quei pochi giorni di vacanza e di guadagno, ha tolto il sorriso a quel Sud, piagnucolone per un premier senza decenza, che ora si rimbocca da solo le maniche ed affronta l’ennesimo schiaffo che governi e politica indegni hanno dato alla loro terra ed alle loro speranze. Non ho avuto il coraggio di andare nella zona maggiormente colpita, benché sia a pochi chilometri, appena 3, perché non riesco a trattenere le lacrime vedendo i sacrifici di chi conosco distrutti in pochi minuti, non ce la faccio a fotografare il disastro, quella perdita di tutto che sembra così lontana da ognuno di noi sino a quando non ci colpisce direttamente. Vorrei solo cercare di lasciarvi l’immagine di gente che non piange…no, signor Renzi, non piange, lavora, da subito, a ridare vita a ciò che l’ incapacità della politica ha cercato di uccidere. Il fango ce lo stiamo spalando da soli, i danni alle case ce li stiamo aggiustando da soli, da soli ripartiamo…perché qui lo Stato non c’è mai stato, noi lo vediamo solo nelle cartelle esattoriali, nell’ Irpef e nell’ Imu, nella Tasi e nei vari balzelli mensili ed annuali in cui mostra il suo unico volto…quello di un ladro senza coraggio e senza spina dorsale, che ruba ciò che la gente si guadagna con il sudore della propria fronte…senza dare nulla in cambio, se non parole di disprezzo e stupide come quelle pronunciate da un premier che mai nessuno ha votato né eletto.