Il Pasquino

Spalando fango


 Il sole cocente di questi giorni non aiuta chi, da solo, spala il fango che ha invaso la propria casa. Elicotteri girano in continuazione sulle nostre teste, e nelle nostre teste ritornano alla memoria le denunce fatte, da venti e passa anni, per la deviazione del fiume Citrea, la chiusura, col cemento dell’abusivismo edilizio e delle opere inutili, ma proficue per gli amministratori politici, dei fiumiciattoli sfoghi del fiume principale. Il lido di Rossano, alla vigilia di ferragosto, è ancora un groviglio di auto distrutte e di detriti, il mare ha il colore del fango e, forse, anche quello delle fogne saltate…non c’è nessun avviso ufficiale, ma gira la voce che sia totalmente inquinato; i pochi turisti rimasti, ancora per qualche giorno, azzardano, con i loro figli, un tuffo in un’acqua che odora di terra. Solo ora si ritorna a parlare delle denunce dei geologi, di un piano di cementificazione fatto a caso, con edifici a ridosso di frane, aree edificabili concesse sotto colline che stanno per venire giù, con tutto il loro carico. E’ il solito metodo all’italiana…prima la catastrofe e poi la ricerca di quei colpevoli scritti nelle carte delle varie amministrazioni che si sono succedute, sul fondo di quei fogli dove le autorizzazioni venivano concesse, in spregio al territorio, ma, soprattutto, alla vita dei residenti e di quei turisti che da anni vengono in questa città. Un paradiso ridotto ad inferno, dove le lacrime sostituiscono le preghiere e lo spalare la tintarella ed il tuffo in acque, fino a vent’ anni fa, cristalline, da far invidia alla Sardegna. Bisogna spalare, bisogna togliere il fango dalle nostre case e dalle nostre città, dal nostro paese e dal nostro futuro…si può spalare per un giorno, forse anche due o tre, ma non per tutta la vita e non per colpa di chi ruba i nostri soldi per distruggere i nostri sacrifici.