Il Pasquino

Rossano: dopo 6 giorni dal disastro c’è il divieto di balneazione


Corigliano, colpita in modo simile a Rossano, ha emesso il divieto di balneazione il giorno seguente il diluvio che ha causato danni incalcolabili a due gioielli della costa ionica. Ci arrivano voci che Rossano ci arrivi solo il 18 Agosto, tre giorni dopo ferragosto, quando i turisti hanno cominciato a togliere le tende, ma intanto, in questi giorni, si sono immersi, con i loro figli, in un mare che ora si dice non sicuro. La voce della non balneabilità, in effetti, circolava già da giorni tra la gente di Rossano. A far paura non erano tanto i detriti, in bella mostra, ammassati in cumuli, sulle spiagge del litorale, bensì i danni che probabilmente l’alluvione ha provocato al sistema fognario e alla tracimazione del suo contenuto nel mare. Quali siano le condizione delle fogne, se ci siano perdite che sfociano nel mare, se l’acqua sia inquinata o meno non è dato di sapere, di certo, sino a ieri, quello che traspariva era quel colore marrone di un mare che si è sempre contraddistinto per la cristallinità ed il profumo delle sue acque. Certo il fango, trasportato dai vari fiumi d’acqua che hanno invaso ogni zona di Rossano, hanno certamente contribuito a cambiare, almeno per questi giorni, il fondale prima pieno di pietre, che ne favorivano la trasparenza, ora scomparse, quasi del tutto, sotto uno strato di terra e melma. Dei detriti, di cui parlerebbe l’ordinanza, non c’è stata, e non c’è tuttora,  alcuna traccia, né nei fondali meno che meno sulla superficie del mare, ma se mai ce ne fossero è d’obbligo chiedere al sindaco, ed alle autorità preposte, come mai ci siano voluti sei giorni per accorgersene, mettendo così a rischio tutte quelle persone che, in questo periodo, hanno comunque preferito bagnarsi nelle acque. E se il pericolo è tanto da costringere ad un’ordinanza, come mai la notizia debba avvenire per passaparola e non sia diramata, con cartelli, sia sulle spiagge libere che su quelle private. Ed inoltre ci chiediamo, e chiediamo a chi ha lo stipendio e le responsabilità di primo cittadino, di informare, turisti e residenti, sullo stato delle acque prevedendo, da subito, una loro analisi atta a sconfessare chi, come me, pensa che possano essere inquinate, pericolosamente,  dalla tracimazione di un sistema fognario travolto dall’inondazione e, forse,  non ancora riparato. E’ dovere delle istituzioni fornire tempestive e reali informazioni a chi paga loro lo stipendio,  chi non è in grado di farlo per incapacità cronica, per inadeguatezza a ricoprire quei ruoli o per la difesa di interessi altri abbia la decenza di togliere il disturbo e di lasciare che i cittadini riconfermino di volere essere presi in giro, con la sua rielezione, o scelgano chi difende i loro interessi e la loro salute.