Il Pasquino

Oltre la morte


Dai Tg nazionali si vede un bambino di due anni, un migrante, esanime su una spiaggia greca, vittima dell’ennesima tragedia di un mondo senza coscienza. Quel corpicino sulla spiaggia non ha colore né nazionalità, è forse il simbolo di quelle domande a cui non siamo più capaci di rispondere, di quei sentimenti che non riusciamo più ad ascoltare, di quelle risposte che non riusciamo più neanche ad immaginare. Un’ intera parte del mondo fugge dalla morte certa ed affronta il forse di una morte sui barconi, sui fili spinati, sui muri di un occidente sotto il dominio delle banche, nel quale i poveri indigeni non trovano né lavoro né casa, né pietà né rispetto. I governi respingono le libertà costituzionali, cancellano i diritti dei più poveri, aumentano i profitti per i più ricchi, si blindano e cambiano le leggi per governare in eterno ed hanno paura di quel mondo che si muove e che porta quella richiesta di libertà alla quale non sanno più dare alcuna risposta. Le maggioranze delle genti accolgono, non condizionate da un’informazione sempre più schiava degli interessi dei ricchi. In Islanda, in Austria, come in Italia ed altrove le piazze si riempiono di chi è e resta umano, non decide il suo ed altrui futuro su budget e interessi bancari, su Pil e spread, ma immagina la sua esistenza ed il domani dei propri figli colorato dall’accoglienza e dalla solidarietà, dal sorriso e non dal pianto, dalla vita e non dalla morte. Descritti come eroi o carnefici, eroi da dimenticare subito, carnefici da portare ad esempio, in quel gioco di una politica senza valori e senza ideali, rappresentata da gente che mangia sulle disperazioni e sulle lacrime, sui rifugiati e sui fuggitivi, sui bambini vivi e su quelli morti, di tutti…si signori miei, compresi i nostri, immolano le proprie vite per ideali che abbiamo perso del tutto, primo fra tutti il diritto ad avere un futuro, quella parola che fa tanto paura a chi ce lo sta cancellando. Fili spinati che tracciano il confine tra chi difende i propri diritti, come i No Tav, e chi impone scelte che di umano e di civile non hanno niente…lacrimogeni che colpiscono chi si ribella alle ingiustizie, polizie che mettono al sicuro gli interessi di chi comanda, pennarelli che scrivono, sui corpi di chi piange, l'abc del razzismo dell'occidente. Stessi mezzi utilizzati contro di noi e contro di loro, contro chi è ancora umano, contro chi ancora mette davanti alla morte,  che il sistema ti propone, la speranza di una vita migliore, di un mondo migliore, di una terra accogliente e diversa, fatta per gli uomini e non per le banche ed i ricchi assassini. La speranza non può fermarla neanche la paura della morte…oltre i fili spinati, oltre le cariche ed i lacrimogeni, oltre la morte, c’è la speranza di un futuro migliore.