Il Pasquino

Il lavoro “raccomandato”


Sembra aumentare il numero degli occupati e di chi cerca lavoro, almeno così racconta l’Istat. Ed aumenta anche quello di chi crede di avere un lavoro fisso, a tempo indeterminato, solo perché il governo Renzi ha mutato la parola “precarietà” in “stabilità”. Sulla partita lavoro si gioca la credibilità di questo esecutivo, e su quella parola, e su tutte quelle ad essa annesse e connesse, il governo gioca le sue carte, come se si stesse affrontando una mano di poker. Nei fatti il poker della stabilità è negato dallo stesso decreto legge, che impegna lo Stato, e non l’azienda, al versamento dei contributi e delle tasse inerenti l’assunzione, e non pone alcun limite, passati i tre anni di agevolazioni, ai licenziamenti, aprendo, per la prima volta nella storia della nostra Repubblica, la strada a soprusi  e discriminazioni, a quei furbetti che utilizzeranno questa legge per continui “cambi di personale”, pesando così sia sulla collettività che sulle vite di chi è stato preso solo in giro. Ma aumenta anche il numero di chi cerca lavoro, non tramite le vie “normali”, quelle adottate in tutti i paesi avanzati dove le competenze hanno la priorità sulle raccomandazioni e le amicizie. Noi in Italia facciamo l’opposto. Al diavolo le competenze, gli studi fatti, l’esperienza acquisita, i sacrifici affrontati…noi ci rivolgiamo all’ amico di turno, a quello più potente, più vicino alle varie caste, che “agevola” il contatto con l’azienda interessata ad usufruire dei mega incentivi statali, che assume sapendo di poter, domani, licenziare. Raccomandiamo ottimismo e figli e parenti, ci riempiamo di incompetenze, lasciando andar via il meglio del nostro paese. Non è la qualità che ci interessa, ma la quantità, quei numeri che l’ Istituto di Statistica sforna ad ogni batter di ciglia del nostro premier…senza conoscenze e senza competenze ci scanniamo alla ricerca di chi meglio potrà “raccomandarci”, aiutarci, senza alcuno sforzo personale, a trovare un posto, anche non sicuro, anche senza diritti. Ci aiuteranno, abituandoci da giovani, in quelle scuole italiane dove i diritti dei più deboli, dei disabili, vengono negati dalla mancanza cronica di insegnanti di sostegno, dove gli stessi alunni, negli ultimi anni della loro carriera scolastica, saranno sfruttati, a costo zero, da quelle aziende italiane che primeggiano per evasione fiscale e per collusione con gli ambienti mafiosi  e corruzione, a far della “raccomandazione” il titolo del nostro curriculum vitae…e l’epitaffio del nostro paese.