Il Pasquino

Se la cantano e se la suonano da soli


L’astensione vince ormai in tutta Europa, dimostrazione del baratro che ormai si è creato tra una politica, schiava degli interessi dei potentati economici e finanziari e quelli della gente comune, di chi lavora, chi guadagna la propria vita con il lavoro ed il sacrificio. Ma dai pulpiti di questi politicanti senza dignità si alzano le braccia al cielo in segno di vittoria per la poltrona ed il potere mantenuto; poltrona e potere che li porteranno, a breve, a colpire con durezza i più deboli, a togliere diritti e garanzie costituzionali, a negare, nei fatti, non solo le ormai non più credibili promesse, ma il ruolo stesso che dovrebbe ricoprire un capo di Stato, un politico, un democratico. Esulta Tsipras, come ha esultato Renzi, e mentre lo fa già si appresta a svendere il patrimonio greco ai suoi burattinai, a ridurre i diritti dei pensionati e delle classi più deboli ai minimi termini, senza batter ciglio, ma rivendicando di voler “cambiare l’Europa”, da sinistra ed in peggio. Una sinistra che si è appropriata, ormai a pieno titolo, del ruolo di cavallo di Troia del capitalismo occidentale, prona alle scelte dei “padroni”, serva degli interessi dei più forti, fustigatrice, in prima persona, dei diritti dei lavoratori, degli anziani, dei disabili, dei nostri figli, schiava di quella corruzione che inonda le casse di questi partiti (5 milioni di euro al PD italico) del prezzo della svendita di valori e di libertà, di dignità e futuro, di ambiente e salute, di cultura ed istruzione. Non rappresentano più nessuno, l'astensione ormai raggiunge, dovunque, il 50%, ma dal basso podio del loro esiguo consenso, sfruttano regole indecenti per mettere mano a quanto conquistato dai proletari di tutto il mondo in anni di lotte e di morti. Primi nemici dei popoli, di quella parte della gente rimasta onesta ed ormai distante miliardi di anni luce da uno spettacolo che non fa neanche più audience, che indigna ogni volta che lo si vede, rappresentazione, com’è, dello svilimento, della povertà intellettuale e della negazione dell’onestà. Se la cantano e se la suonano da soli, accompagnati dai megafoni dei media asserviti e di quella parte, sempre più consistente, dell’ intellettualità nullafacente, come loro serva di chi paga e non più, ormai da tempo, baluardo di verità ed informazione. I sorrisi di questa gente tramuterà i nostri in lacrime…non è tardi ancora per capirlo, come non è tardi ancora per cominciare a chiedersi, almeno, cosa fare.