Il Pasquino

Il peso dei numeri “ultimi”


Ci sono numeri che non fanno statistica, non sembrano aver voce e non hanno la “grancassa” dei media, né le facce dei primi ministri che ne sottolineano le percentuali, l’incidenza sul Pil e fregnacce varie. Sono numeri che parlano di lacrime e di vite spezzate, di sacrifici e di sfruttamento, di quella disattenzione, che fa rima con indifferenza, che avvolge nel silenzio una strage sintomo del degrado morale del nostro paese e prova delle colpe di una classe dirigente spietata ed indegna, omicida nel dna e nel suo non porsi, non interessarsi, non far nulla. L’Inail parla di 752 morti sul lavoro, da Gennaio ad Agosto 2015, in aumento, per la prima volta, dal 2006, in un anno nel quale la disoccupazione, soprattutto nelle aziende edili che contano un numero elevato di infortuni e disgrazie, ha raggiunto punte da record. Al dato mancano i lavoratori in nero, quelli con le partite iva individuali, i carabinieri, i poliziotti, i Vigili del Fuoco, i pensionati in agricoltura che non vengono “monitorati” dall’Istituto e non “considerati” dallo Stato, quello con la “s” minuscola. L’osservatorio indipendente di Bologna ( http://cadutisullavoro.blogspot.it/ ), nato il primo Gennaio 2008 in memoria del rogo e dei morti della Thyssen Krupp, stima in 1100 le vittime di un lavoro senza più regole né diritti, aggiungendovi anche chi andava o tornava dal proprio posto di lavoro, una media di circa 4 morti al giorno ! Ma nell’orgia di ottimismo e di riprese vaneggiate, nel baccanale degli insulti che accompagna lo stupro della Costituzione, dei deliri incostituzionali e dell’ attacco ai diritti fondamentali non può, e non deve, esserci spazio per quella realtà che accusa, per quel peso che dà voce alla verità e schiaccia anime e responsabilità della classe politica italiana, dell’ attuale governo, del signor Renzi e dei suoi ministri.