Il Pasquino

Il riCandido


Un po’, ma molto un po’, come il protagonista del Candido di Voltaire, Bassolino si accinge ad affrontare, con ottimismo, le primarie del suo partito, quel partito, il PD, che ha governato Napoli e la Campania per oltre un ventennio…con i risultati che ancora oggi si toccano con mano e con le nostre tasche. Uscito indenne, il ricandidando, dai processi che lo hanno visto protagonista, un po’ per prescrizioni varie un po’ per assoluzioni, l’anziano ex-governatore nonché ex-sindaco della città partenopea ha deciso, comunicandolo su facebook, di ripresentarsi alla tenzone per primo cittadino di Napoli. Cotanta sua baldanza e suo coraggio va ammirato, riconoscendogli quella faccia tosta di cui il “campano” va spesso fiero, mai accompagnata, almeno così è la norma, da eguale capacità e eguale moralità, del resto provata e comprovata dagli atti e, soprattutto, dai misfatti che lo stesso, nel suo lungo e poco decente regno, commise come governatore ed anco come sindaco. La piazza Plebiscito liberata, grazie ai soldi ricevuti per l’organizzazione del G8, fu da subito funestata dal mancato, se non nullo, intervento su quelle periferie abbandonate e così rimaste per tutto il suo mandato. Rimane ricordo poco austero i miserrimi tentativi di abbattimento delle vele del rione Scampia, resistenti sia alle mine che alle enormi sfere scagliate contro il mostro, come la Napoli piena di sacchetti neri della spazzatura, munnezza per i napoletani, rimossi solo dopo aver superato il quarto piano degli edifici, come l’incapacità palese con cui affrontò il problema dei rifiuti inquinanti, ben conosciuto dal suo “compare” di partito Napolitano, ma che lui mai affrontò, lasciando che la campagna dell’intera Campania fosse invasa da rifiuti radioattivi nocivi per la salute dei suoi corregionali. Le mille fondazioni che egli creò, facili elargizioni di denaro pubblico e fonte di consenso, andarono a riempire le tasche di chi prometteva voti, così come la Sanità venne utilizzata per pagare due volte i fornitori e gabbare tre volte i malati, ora costretti a ripianare il buco, con i propri soldi, creato da una gestione indegna quanto chi la decise. Dalle mille inchieste, dalle quali si apprese che lo stesso è nullatenente, riuscì ad uscirne sempre indenne, mentre la città e la regione pagavano, e pagano ancora,  il prezzo dei suoi  “governi”. Come se nulla fosse mai accaduto, come se ancora i napoletani fossero legati al detto “scurdammece ‘o passato”, il “riCandido” propone il suo nome come sindaco di quella città che ha riempito di rifiuti e di una classe dirigente corrotta e marcia, purtroppo ancora salda al suo posto. Per fortuna Napoli è cambiata, ha in parte ritrovato quella dignità che chi ha preceduto De Magistris aveva venduto per il suo potere…il passato non lo dimentica più, lo ha del tutto cancellato.