Il Pasquino

Scale e ponteggi


Erano tutti lì, sorridenti ed agghindati, alcuni peggio dei più volgari alberi di Natale mai visti da essere umano, difesi da uno schieramento di forze dell’ordine che ci sarà costato un occhio della testa. Il gotha del lusso indecente italico ha sfilato sotto i flash di giornalisti freelance malpagati, sotto i riflettori di operatori a tempo determinato o pagati con i voucher,  distribuito pezzi della loro insipienza a microfoni tesi, sino allo strappo dei muscoli, in quella serata che presenta allo stivale il potere che ne decide le pensioni, le povertà, gli avvelenamenti, gli espropri, gli sprechi, i furti, le corruzioni, i vitalizi, i privilegi. Nel salone gremito, da chi alla festa del potere non vuole mancare, ci si scambia strette di mano, si mischiano fetori di marcio e di rubato, di falso ed ignorante, si celebra la vittoria del più arrogante e del più potente del momento. E’ la scala di Milano, che noi non intendiamo mettere con la “s” maiuscola, perché vive e prolifica sul minuscolo, sui flash e sui gossip, su chi intende la vita come un’arrampicata sui cadaveri e sulle disperazioni, sul sopruso e sull’arroganza, che si pone a passerella non certo più dell’arte, della musica e del canto, ma di chi ne sporca e ne utilizza il senso. Nelle stesse ore, a poche decine di chilometri da Napoli, a Portici, un operaio, intento ad impermeabilizzare il solaio dell’ edificio del Comune, cadeva da un’altezza di circa 20 metri. Mancanza di sicurezza o di visibilità sono le ipotesi che studia la Procura nell’ennesima indagine che si occupa di un morto sul posto di lavoro. Già perché ora, come vuole Renzi, si lavora anche senza visibilità, nel nome della produzione e della flessibilità dei diritti e delle leggi. Scale e ponteggi sono i simboli delle disparità e delle diseguaglianze di una società che ha dimenticato il valore della vita. Ma sei il valore di una vita viene misurato in base al reddito od alla posizione sociale ricoperta, a prescindere da modo con il quale si sia ottenuta, le parole democrazia, libertà e diritti divengono solo il mezzo di quella “convenzione” sulla quale si arricchiscono, nidificano e prolificano i corrotti e gli assassini.