Il Pasquino

A chi offre di meno


Diciamo nella mia città, Napoli, che: “ ‘O sparagno nun è maje guadagno” (il risparmio non è mai un guadagno). Su ben altra filosofia sembrano muoversi tutte le aziende e gli enti dello Stato, partecipati o meno. Quello che conta non è la qualità, in primis è la mazzetta, poi viene il costo previsto per quella determinata commessa, senza andare a vedere, neanche di sfuggita, la capacità di chi dovrebbe occuparsene, i materiali e/o i mezzi con i quali verrà realizzata l’impresa. Abbiamo così ponti autostradali che crollano dopo poche settimane e professionisti sostituiti da incapaci, non è un caso, peraltro, che ci ritroviamo Renzi come premier. Le Poste italiane perseguono lo stesso obiettivo, risparmiare, il più che si può, sui servizi dati ad aziende esterne, servizi che sino a ieri erano svolti da circa 700 lavoratori della Uptime, della Gepin contact e della Sogeic e che ora sembrano destinati a chi sarà capace di offrire il prezzo più basso, cinese, tanto per capirci, per coprire servizi di pubblica utilità, quelli cioè diretti a quei cittadini che pagano le tasse per ottenerli. Un costo che, come denunciano i lavoratori, non coprirebbe neanche gli stipendi stabiliti dal contratto nazionale, forse legato, come ormai palesemente desidera il ministro Poletti, al “raggiungimento degli obiettivi”, piuttosto che all’impegno, alle capacità professionali ed alle ore impiegate per ottenerli. Una “libera concorrenza” che lascia spazio a chi sfrutta la forza lavoro, a chi non rispetta le leggi e forse, anche, come spesso accade, a chi evade…sempre nel segno della famosa, ed ormai impronunciabile, senza farla seguire da un crassa risata, “svolta buona”. Nel solito silenzio dei media i lavoratori hanno bloccato, il 9 dicembre, le attività da loro ricoperte entrando in sciopero e manifestando a Roma, chiedendo un intervento del Parlamento che con il ddl appalti si era impegnato a salvaguardare l’occupazione nei cambi di appalto nei call center. Gli impegni presi dovrebbero essere sempre rispettati, speriamo che chi ha rubato il futuro agli esodati ed ha reso il “risparmio” un fattore dipendenti dai furti dei dirigenti e dei funzionari delle banche riesca, almeno in questo caso, a mantenerli.