Il Pasquino

Anche a Natale l’Europa guarda i bambini morire


Quella foto di quel corpicino sul bagnasciuga, che tanto aveva fatto indignare e ancor di più avrebbe dovuto far riflettere, sembra svanita, cancellata, da quelle “sensibilità” a scadenza immediata dei miseri “grandi” dell’ Europa delle banche. Mentre il “colto” dibattito si arrovella sul come identificare chi fugge da fame e guerre il mare inghiotte altri corpicini,  le bombe fanno altre vittime innocenti, i muri vomitano il nostro egoismo sulle lacrime di quel mondo in marcia per un filo di speranza. Le stragi non fanno più notizia, pian piano divengono quella quotidianità che occupa quei pochi attimi dei Tg, che scivola nelle ultime pagine dei giornali…il massacro non riesce più neanche ad urlare il suo dolore. I senza alcuna colpa sono in marcia a piedi, su barconi fatiscenti, l’Europa pensa alle quote, alle percentuali di carne umana da dividersi per non offendere l’indigeno che si sente proprietario di uno spazio sol perché lì è nato, legittimato da un diritto insensato che sembra valere solo per le nostre terre, non per quelle che deprediamo di ogni ricchezza e di ogni futuro. Dove passeranno il Natale gli italiani, cosa mangeranno i tedeschi, quanto spenderanno i francesi colpiti dal terrorismo ? Si deve fare o non si deve fare il presepe nelle nostre scuole ? Ed il crocifisso va messo o va tolto dalle pareti delle aule multietniche ? Di quella cultura cattolica di cui andiamo tanto fieri, che parla di amore e solidarietà, rimangono i simulacri, mentre ne scompare la pratica ed il senso. L’ Europa dei burocrati, di un mastodontico apparato dal costo esorbitante (circa 2 miliardi di euro), è capace solo di fare le pulci ai bilanci degli Stati, di imporre la cancellazione dei diritti e l’impoverimento di intere aree del continente,  ma gira la testa difronte ai drammi del mare, senza capire che quell’esodo non si potrà fermare né con i muri né con le stragi e non vederlo né comprenderlo è un assassinio.