Il Pasquino

Alla festa del Padrone


Cancellate, o voi che varcate quei cancelli della Fiat, le feste comandate…attendete solo le “comandate” del vostro padrone. Potrebbe essere questa la scritta da mettere fuori le fabbriche dell’ Italia del jobs act, del duo Renzi/Marchionne, di quella “ripresa” che cancella dalle statistiche i disoccupati, che fa apparire occupati anche quelli che lavorano per un giorno, che cancella anche il diritto di stare con la famiglia in un giorno di festa, che immagina un uomo a misura del lavoro e, soprattutto, del guadagno del padrone. La Fiat di Pomigliano, dove ancora 2000 lavoratori sono in contratto di solidarietà e lavorano a sprazzi, i soliti sindacati confederali firmano un accordo per la cancellazione della festa del patrono. La festa la decide il padrone, non è più il 13 Gennaio, quest’anno sarà il 3 giugno, gli anni a venire si vedrà come al padrone girerà. La produzione tira, dice l’azienda e confermano proni i sindacati, ma invece di utilizzare i lavoratori ancora fuori si preferisce togliere le festività ai 2500 che sono dentro a lavorare a ritmi infernali. Solo il Si. Cobas, assieme al movimento cassintegrati e licenziati dalla Fiat, si oppone all’ennesima imposizione e dichiara uno sciopero per la giornata della festa del patrono di Pomigliano, purtroppo ottenendo poche adesioni, grazie al fatto che oggi, con il jobs act, ti cacciano come e quando vogliono e vivi sempre sotto ricatto. Un ulteriore passo verso il medioevo, un ulteriore calcio a quella coscienza collettiva che sembra del tutto sparita, sepolta sotto il ricatto e la paura, una paura che sembra aleggiare soprattutto nelle fabbriche Fiat, quelle prese ad esempio, non a caso, dal premier Renzi. Per fortuna non solo di sconfitte è fatta la storia operaia di questi brutti anni. Dove i lavoratori riescono ad unirsi e dove anche la società civile non sta a guardare, come a Bologna ed in provincia di Vicenza con la lotta dei facchini e dei sindacalisti Si.cobas sostenuta  dai ragazzi dei centri sociali, la festa ai padroni l’organizzano gli operai.