Il Pasquino

Non ti meritiamo


Non meritiamo te, Giulio, come molti simili a te, Giulio, come quei tanti che hanno messo la loro vita a servizio della verità e degli altri. Esempi non seguiti, utili solo alle passerelle, ai discorsi di facciata, all’ipocrisia di quel mondo che tu volevi migliore, più giusto, diverso dall’ orrendo spettacolo che oggi dà di se stesso. Tu, come Vittorio Arrigoni, giornalista ed attivista in Palestina, come Giancarlo Siani, giornalista del Mattino di Napoli ucciso dalla camorra, come Michele Liguori, vigile urbano di Acerra in lotta contro l’ avvelenamento della sua terra, come quei tanti che non si sono mai tirati indietro, che non hanno avuto paura di denunciare, di urlare la verità, di chiederci di esserci…senza avere alcuna risposta. Non ti meritiamo, non vi meritiamo, quello che avete donato non vi è stato restituito come sarebbe dovuto essere. Siamo ancora silenti, siamo senza coraggio, da morti viventi attraversiamo il nostro tempo, mentre la vita ci chiama a schierarci, a dare il nostro contributo, a cambiarci per cambiare, a darci un senso che non risiede nella misera busta paga, nel favore, nel potere di truffare, di rubare, di corrompere, di comprare…la vita non si compra e non si mercanteggia. Avete scavato un solco tra la verità e la menzogna, tra la vita e la morte, quel solco che divide chi uccide da chi spera, chi inganna da chi lotta, e fate paura ai tanti parrocchiani del falso, del furto di ogni futuro, che corrono disperati a tessere le vostre lodi in pubblico, ed a creare mille ingiurie al vostro percorso nel segreto delle loro miserie. “Se la sono cercata” è il mantra, detto e non detto, degli stupratori della verità, di quei tanti a cui sta bene questo mondo di torture e di dittature, di falsità e di illusioni, di stermini e di saccheggi, di diritti negati e di bambini violati. Con il telecomando o con il cellulare potrai pulire la tua coscienza donando a chi muore sotto le nostre bombe, a chi perde i propri diritti per i guadagni dei ricchi. Non ti meritiamo perché continuiamo a non capire, perché continuiamo soltanto a guardare senza agire.