Il Pasquino

Le brogliarie e le strascicarie


Un menù a base di brogli, condito dal voto di qualche camorrista e di qualche verdiniano, lievitato con qualche migliaio di schede bianche, questo è lo “strumento democratico” di cui va tanto fiero Orfini ed il suo premier. In poche brogliarie già ampiamente superato il limite dell’indecenza e della menzogna, uno spettacolo degno di chi lo mette in piedi, dove il risultato è già stabilito ancor prima di mettere su quelle baracche, veri e propri ruderi marcescenti di democrazia. Va a votar chi spera in qualche “favore” o chi ci guadagna nove euro, non certo per scegliere chi è stato già scelto altrove, ed alla misera cerimonia, straboccante di irregolarità e di spettacolini del degrado morale di questo partito, seguono, ormai regolarmente e stancamente, le strascicarie, ovvero gli strascichi di polemiche che servono per rimanere un po’ di più in tv, un po’ di più sui giornali, per farsi intervistare qua e là, al motto: “Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”, tanto manco a nulla servono, il risultato sarà sempre lo stesso, lo dice anche la “sinistra dem”, quella che sbraita e poi vota compatta. Il nostro paese, ormai avvezzo a farsi prendere in giro, ad accettare un governo incostituzionale ed a votare delinquenti ed indagati, ad elogiare chi ha avvelenato la nostra terra e ad osannare chi ha rubato il futuro dei nostri figli, regalandolo soltanto ai loro, dimenticherà ben presto questo vomito di democrazia, tra un Bruno Vespa ed una Barbara D’ Urso. Nella penisola dei corrotti, dove non c’è posto di lavoro per te, la commedia è sempre la stessa, ripetitiva, stancante, avvilente.