Il Pasquino

Je ne suis pas


Come in Siria ed in Palestina, in Iraq ed Afghanistan, in Francia ed in Spagna, in Inghilterra ed ora in Belgio le bombe degli sciacalli della guerra esplodono la loro rabbia sugli innocenti. Trasformano la vita in terrore e paura, in odio e rancore, in quel “sistema” che ci vuole in guerra, gli uni contro gli altri, a difesa di tutto il marcio, di tutte le ingiustizie, di tutti i massacri, della devastazione dell’ambiente, della cancellazione dei diritti, della sopraffazione e del furto…di quei “valori”, patrimonio di chi spara ed uccide. Sulla miseria e sulle crudeltà hanno costruito le loro ricchezze e la loro “invulnerabilità”, a morire siamo noi di ogni colore e di ogni razza, di qualsiasi latitudine, di qualsiasi credo. Io non sono belga e non sono francese, non sono palestinese e neanche italiano, credo soltanto che la libertà sia poter vivere senza paura, sia poter vedere felice gli altri come me stesso, sia veder correre i bambini siriani per giocare e non per sfuggire alle bombe, sia mangiare i frutti della mia terra senza il terrore del cancro, sia considerare la diversità una ricchezza e l’accoglienza un desiderio, sia eliminare i ghetti, le esclusioni, la povertà, l’emarginazione, sia creare le basi di un mondo più giusto dove le parole “democrazia” e “libertà” abbiano un senso nelle vite di ognuno di noi quotidianamente, e non siano proclamate a casaccio da chi le offende solo per giustificare altre guerre, altre morti, altro dolore, altri soprusi. Restare umani, caro Vittorio, è l’unica nostra speranza, affermarlo sempre, davanti ad ogni orrore, quell’ orrore di cui ci vorrebbero schiavi, quell’ orrore che usano per mandare i “martiri” a farsi esplodere, i piloti a seminare morte sugli indifesi. Je ne suis pas, parce que je suis.