Il Pasquino

In Italia vola l’Istat, in Francia la rivolta


Nel fantastico mondo di Renzi, almeno quello descritto dai nostri amici TG, l’occupazione vola di pari passo con il crollo del potere d’acquisto delle famiglie. Già, in Italia più si lavora e meno si riesce a mangiare, tanto che l’inflazione continua a scendere, sottolineando quanto sia difficile per tutti riuscire a mettere il piatto a tavola, ma…c’è quel ma che fa tanto felice il governo dei non eletti ed il ministro Poletti, l’occupazione, grazie al jobs act, vola, così ci dice l’Istat, vola anche mentre si moltiplicano i licenziamenti nei call center (Almaviva 3mila e Uptime/Gepin Contact  450), in Nokia (219), in IBM (290), in Sviluppo Italia Sicilia (76), nella catena alberghiera NH  (98), ai quali vanno aggiunti quelli in cassa integrazione da decenni, come alla Fiat di Pomigliano (2500), o in contratto di solidarietà, come alla Telecom (30mila), o a quelli per ora solo annunciati, come quelli alla Barclays (300), in Meridiana (955), alla Ericsson (210), alla General Electric (236), alla British Airways (40). Per fortuna siamo in un paese che ha elevato il punto statistico a valore e relegato i diritti, la dignità e le libertà ad ostacoli… In Francia accade l’esatto opposto. In Francia i sindacati, assieme agli studenti ed ai lavoratori (in Italia sono i funzionari sindacali a scendere in piazza…i lavoratori lavorano anche il sabato e la domenica), non indicono la “manifestazione” di sabato o domenica, con annessa passeggiata ripresa dai TG amici, né hanno dirigenti che prendono 300mila euro annui (inchiesta delle Iene sullo stipendio del segretario della Cisl), in Francia si occupano le città, migliaia di persone scendono in piazza per rivendicare quei diritti conquistati, il loro orizzonte non si ferma al domani, ma a quello che lasceranno ai loro figli. Per i francesi le libertà ed i diritti valgono molto di più di qualche punto percentuale, il lavoro deve essere un mezzo di vita, non il senso della stessa, e per questo, da giorni, si susseguono scontri e proteste in tutto il paese, mentre il governo cerca di far passare un provvedimento simile al jobs act renziano. In sintesi potremmo concludere: in Italia volano i punti percentuali inventati dall’ Istat, in Francia i valori di libertà e democrazia, conquistati da intere generazioni.