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« I furti delle caste sono...L’odio »

Quel fallito che venne dal Canada

Post n°168 pubblicato il 14 Settembre 2012 da ilpasquino.controinf

Quello che era stato definito, da tutti i soloni politici e sindacali nostrani, come il più grande progetto industriale mai pensato ed attuato in Italia, in appena due anni è svanito…o meglio…fallito !

“Siamo quello che produciamo” è la frase che il Marchionne, dai 40 milioni annui e dal perenne maglioncino blu, ha fatto scrivere fuori ogni fabbrica…e il suo progetto, Fabbrica Italia, cioè l’unica cosa che ha prodotto, è fallito…

Alcuni, come lo Slai cobas, da subito avevano denunciato, in assemblee pubbliche per nulla riportate dalla stampa, quello che sarebbe successo in una fabbrica in cui la ricerca è stata cancellata e nella quale la produzione di nuovi modelli rimane un sogno incompiuto.

Altri, come la Fiom, in un primo tempo avevano tentennato, poi si erano schierati contro un percorso che dava, già dai primi giorni, segnali di quel fallimento che poi è avvenuto nei fatti.

Solo i fidi servitori del capitale, i sindacati corrotti sino al midollo, quelli capaci di firmare ogni carta bianca, anche la carta igienica, Cisl e Uil, hanno difeso la firma di un accordo vergognoso che negava i diritti e le libertà costituzionali  dei lavoratori, perché, sostenevano, “serve a rilanciare la produzione e l’occupazione”…un pensiero alla Monti…le “tutele” sono un freno !

Siamo a quel dunque a cui si è arrivati grazie al servilismo di alcuni sindacati, al silenzio appoggio di alcuni operai, all’assenza perenne di uno Stato buono solo a tassare la povera gente e alla disinformazione che i giornali della famiglia Agnelli, assieme a quelli che servi lo sono per scelta e per tradizione, hanno profuso a piene mani. Quel dunque che, come sempre, lascerà per strada migliaia di persone, che è costato allo Stato, e quindi a tutti noi, una nave da crociera di miliardi, miliardi spesi nell’aiutare ed incentivare un’azienda, la Fiat, che ha distrutto l’Alfa Romeo e licenziato a man bassa, che ha “costretto” il nostro paese ad utilizzare le quattro ruote per il trasporto delle merci, che ha condizionato scelte politiche e sindacali sempre e comunque a danno dei più deboli.

Ora c’è la solita farsa, il consueto scaricabarile…il fallimento deriverebbe da quelle difficoltà che il mercato già annunciava due anni a questa parte…come lo Slai cobas denunciava nei suoi comunicati.

Ecco la esplicativa nota della dirigenza del Lingotto:  “La Fiat con la Chrysler é oggi una multinazionale e quindi, come ogni azienda in ogni parte del mondo, ha il diritto e il dovere di compiere scelte industriali in modo razionale e in piena autonomia, pensando in primo luogo a crescere e a diventare più competitiva. La Fiat ha scelto di gestire questa libertà in modo responsabile e continuerà a farlo per non compromettere il proprio futuro, senza dimenticare l'importanza dell'Italia e dell'Europa “…in poche parole ad Ottobre , in occasione della presentazione dei risultati del terzo trimestre 2012, sapremo quale, o quali fabbriche pensano di chiudere.

 

 
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