Fairy Tale

CAPITOLO DIECI


Effettivamente quelli erano i giardini più favolosi che le due fate avessero mai visto. C’erano cespugli di candide rose bianche, l’edera si arrampicava sugli alti faggi, l’aria era profumata dai numerosi fiori di lavanda presenti, c’era un’incredibile varietà di colori e profumi grazie ai fiori d’erica, ai tulipani, alle ortensie, ai gigli, le violette ed i fiori di loto, inoltre qua e là s’intravedevano piccoli laghetti contornati da canne di bambù e salici piangenti e decorati da rosee ninfee. Finalmente raggiunsero le terme, subito si concessero un caldo bagno ristoratore immerse fino al collo nell’acqua e discorrendo piacevolmente con Pippus, dopodichè si adagiarono sugli appositi lettini e si goderono uno splendido massaggio.Ma si sa che la pace non può durare a lungo, infatti, non appena si furono rivestite e sedute sotto un salice per consumare la cena, con una nuvola viola Sibliette si materializzò al loro cospetto. Le due fatine si spaventarono e spiccarono un salto indietro, si chiedevano cosa volesse quella fata così malandata, ma nel frattempo la compativano per la sua sventura. “Consegnatemi immediatamente i porci!” intimò alle due, ma Yayette facendosi avanti rispose “Ormai è troppo tardi! Ma se vuoi i loro resti…” Sibliette si accasciò al suolo e disse disperata: “No! Sono arrivata troppo tardi! La Tacchina mi ucciderà!” “Ma dai, non ti abbattere così! Perché non vai da Valestra e prendi due porci simili ai nostri?” Sibliette alzò la testa e la guardò sospettosa“Parlate bene voi con i vostri vestitini di stoffe preziose e la messa in piega sempre impeccabile, per non parlare delle coulottes! Ma io invece…non ho niente, e se la mia padrona scopre l’inganno, mi butterà sulla strada!”ribattè tristemente“Ma se la tua padrona è così malvagia, perché non passare dalla nostra parte?” suggerì Yayette. Sibliette dapprima sembrò essere contraria, poi però riflettendo bene, decise di dare ascolto alla proposta della fatina.“Potrei passarvi le informazioni segrete della Tacchina, in questo modo voi otterreste la sua sconfitta ed io la mia libertà!” rifletté Sibliette:“Allora siamo d’accordo…ora torna dalla Tacchina altrimenti sospetterà qualcosa!” la fatina viola si smaterializzò nella notte e le altre due, riscuotendo la pelle del Laporco per la capa, si prepararono per ripartire.Che ne dite? carino eh!!! leggete e commentateci!!!! ciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaao