Fairy Tale

Capitolo nove

 A questo punto le due apprendiste, al sicuro dalla ustionante luce del sole poterono disfarsi degli ingombranti veli. Entrambe avevano la pelle del colore dell’acqua e capelli castani ma una aveva gli occhi marroni e l’altra azzurri, la prima si chiamava Bea e la seconda Betta: indossavano delle ampie tuniche in stile orientale di stoffe morbide e di colori molto accesi ed ai piedi avevano babbucce di cristallo con la punta rivolta verso l’alto. Le due apprendiste raggiunsero il loro maestro e gli si sedettero accanto nelle nicchie delle corna del dragone. A questo punto arrivò un giovane della stessa razza, dalla pelle marina e tratti facciali che ricordavano vagamente un cavallo purosangue, aveva il petto scoperto sul quale spiccava, in contrasto con la pelle chiara, un medaglione scurissimo, invece le gambe erano coperte da una lunga veste dei medesimi colori degli indumenti delle apprendiste.

Le due fatine chinarono la testa in segno di rispetto e lui fece lo stesso poi si presentò come il figlio dell’oracolo e le scortò dinnanzi al padre. Giunte in fronte a Filoius, Lalette e Yayette s’inginocchiarono e tesero i porci verso di lui. “O sommo Oracolo dei numeri, ti porgiamo lo Straporco ed il Laporco come sacrificio e ti chiediamo di concederci l’onore di confermare, mediante il calcolo delle leve del peso degli organi vitali di questi due porci, i nostri sospetti riguardo al fatto che i destini della bella principessa Sasette e del nobile e fiero Gigì siano indissolubilmente legati…restituendoci se è possibile la rinomata pelle del Laporco”

 Filoius si sfilò la pesante maschera da sciamano mostrando il viso azzurrino solcato da qualche rada ruga e la testa quasi calva fatta eccezione per qualche rimasuglio di quella che doveva essere una folta e vaporosa chioma castana, poi sorrise benevolo ed acconsentì con un vago cenno del capo, dopodichè si alzò e percorse levitando i pochi metri che lo separavano dalle fate. Le apprendiste lo seguirono, reggendo i lembi dell’ampia tunica, scambiandosi sguardi accigliati e poi rivolgendo espressioni di pura adorazione verso il figlio di Filoius e della ninfa Ippotea, Pippus. Filoius attirò a se i porci, poi li squartò ed estrasse gli organi vitali che gli servivano utilizzando i misteriosi utensili che le fatine avevano già adocchiato in precedenza. Posò, dopo numerosissimi calcoli matematici, gli organi dello Straporco nel lato sinistro della bilancia e quelli del Laporco (di un fucsia acceso) nel lato destro. Passarono molti minuti prima che la bilancia si stabilizzasse ma quando si fermò i piatti erano precisamente allineati sullo stesso piano. Filoius si rivolse alle due fatine che trepidavano dall’attesa con un ampio sorrisone

 “I piatti sono allineati” disse

 “Grazie al ******, non ce ne eravamo accorte!” fu tentata di rispondere Yayette, ma si trattenne perché l’oracolo le incuteva un certo timore

“Cosa significa?” chiese  invece a denti stretti

“Ma è chiaro! Cosa c’è da capire? Significa che i due in questione sono anime gemelle, fatti l’uno per l’altra, inseparabili!” spiegò lui composto poi si risedette sul suo magnifico trono e indossata la maschera riprese la meditazione.

 Pippus le condusse di nuovo fuori del palazzo e spiegò loro che quel posto era famoso anche per il centro benessere cresciuto presso le fonti termali. Le fatine ne furono molto entusiaste ed accolsero molto volentieri la sua proposta di un massaggio; per arrivare al centro massaggi dovettero percorrere un sentierino di ghiaia che si diramava nei celebri giardini.

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