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Insegnami a essere figlia: maledetti tabù.


Insegnami a essere figlia: maledetti tabù.Post n°594 pubblicato il 26 Aprile 2013 da lascrivanaQuando Davide mi comunicò la decisione di volersi arruolare come volontario nell'esercito, mi cascò il mondo ai piedi. Lui, il mio mondo, il mio amore, la mia vita... voleva lasciarmi per andare a morire chissà dove.L'esercito, lo vedevo come i racconti del nonno sull'ultima guerra; di conseguenza un'improvvisa angoscia mi serrò la gola, facendomi venire anche i crampi allo stomaco. L'idea che andasse a combattere mettendo a repentaglio la propria vita: mi faceva impazzire! Davide non aveva il diritto di prendere una decisione così importante da solo! Allora io non contavo nulla per lui? Ero stata solo un gioco;un trofeo da dividere con i suoi amici? -No... Davide era diverso da tutti i ragazzi che avevo incontrato finora. Magari è solo deluso perché non mi sono concessa a lui-.Avrei dovuto capirlo da quella sua espressione corrucciata ogni qualvolta mi rifiutavo di rimanere sola con lui. La paura di non riuscire a controllare quel desiderio di diventare finalmente sua: mi costringeva a mantenere le distanze.Le raccomandazioni di mamma che mi diceva "tanto va il gatto al lardo finché ci lascia lo zampino", mi risuonavano in testa continuamente inibendo i miei istinti. Davide, tra l'altro, sembrava anche tanto infastidito dal fatto che stessi spesso con Simona e Cesare. Possibile che non riuscisse a capire che tra qualche mese Simona si sarebbe sposata e trasferita in America ed io non l'avrei più rivista! In meno di un minuto, mille domande affollarono la mia mente; mentre copiose lacrime mi rigarono il volto affranto dal dolore.-Come puoi andartene e lasciarmi così Davide! Come faccio a stare senza di te!-Lo implorai incurante del mio orgoglio e di sembrare patetica.Alzai il viso inondato di lacrime verso di lui e puntai il mio sguardo nel suo.Mi accorsi che l'espressione del suo viso, era mutata: da dura e decisa che aveva assunto nel comunicarmi la sua decisione; ora appariva sconcertato e sbigottito.Con le gote arrossate e la bocca tremante, allungò le braccia e mi attirò con forza verso di se. Mi avvinghiai a lui puntandogli la faccia sul suo petto. Asciugai le mie lacrime sulla sua camicia sbottonata e affondai il viso sul torace ricoperto da una lieve peluria: mi lasciai inebriare dal fresco profumo di colonia che esalava dal suo mento e dal collo, e assaporai il dolce salato delle mie lacrime intrise sulla sua pelle. Poi,lui, infilandomi un dito sotto il mento mi sollevò il viso e premette la sua bocca sulla mia, travolgendomi in un lungo bacio appassionato.Le sue mani iniziarono a diventare più esigenti, mentre continuava a baciarmi dappertutto, con una foga e una passione incontenibile. I nostri cuori battevano così forte, mentre in nostri corpi tremanti aderivano sempre più l'uno all'altro. Mi sentivo braccata da quel desiderio possente di appartenere totalmente a lui. Piangendo, lo implorai di fermarsi altrimenti sarebbe stato difficile trattenermi oltre; e poi avevo una gran paura di fare qualcosa di cui mi sarei pentita in seguito.Davide, a quelle mie parole, improvvisamente s'irrigidì, e mi allontanò da se imprecando e farfugliando parole incomprensibili.Cercai di avvicinarmi stringendolo da dietro le spalle; ma lui mi respinse fermamente, implorandomi di non rendere tutto più difficile: altrimenti non avrebbe risposto di se stesso.Poi senza aggiungere una sola parola in più, e senza nemmeno salutarmi: se ne andò lasciandomi da sola nel vecchio casolare.Mi guardai intorno, e affranta mi appoggiai con le spalle alla grezza parete di pietra ricoperta di muschio e sostenuta da vecchie travi di legno infracidito. Esausta, mi lasciai cadere a terra pesantemente stringendomi le ginocchia al petto; e battendomi dei leggeri colpetti sulla testa con le nocche delle mani chiuse a pugno, maledendo la mia abilità nel rovinare sempre tutto.-Perché non riesco a fregarmene come fanno tutte le altre?... Perché mi devo lasciare sommergere sempre dai miei sensi di colpa e dai miei tabù?-                                                                  L@ur@