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Insegnami a essere figlia: Il matrimonio di Simona.


Insegnami a essere figlia: Il matrimonio di Simona.Post n°596 pubblicato il 28 Aprile 2013 da lascrivana Il matrimonio di Simona era ormai alle porte; ed io da lì a qualche giorno avrei perso anche la mia migliore amica, oltre a Davide.Serena era stata ben felice di sbandierare ai quattro venti la sua storia con Davide; incurante del dolore che questo mi avrebbe provocato. In fondo che mi odiasse non era una novità; com'era evidente che fosse più bella di me. Non era difficile immaginare il perché Davide avesse scelto lei; aveva un vantaggio in più: lei aveva frequentato le scuole superiori; mentre io avevo conseguito solo la licenza media. Tra l'altro, rispetto a me, era anche più emancipata...  e anche più donna sotto certi appetiti sessuali che gli uomini sembravano non disdegnare affatto. A quel punto mi domandai a che mi servisse la verginità, giacché gli uomini preferivano quelle più libertine.Anche se tutto questo, mi convinse che non valeva la pena di bruciarsi con uomo che al primo ostacolo sarebbe corso a consolarsi tra le braccia di un'altra. Davide non mi meritava! Era stato crudele con me.-Come ha potuto farmi una cosa del genere! Io lo amo da morire mamma! Non riesco a vivere senza di lui....-Singhiozzando mi buttai tra le braccia di mamma, che le richiuse intorno a me, ricoprendo di baci la mia testolina.-Oh Danì mi fa male vederti soffrire così! Ti stai struggendo dietro ad una cattiveria. E se fosse solo una macchinazione di Serena per portartelo via? Non puoi lasciare che una donnaccia come lei l'abbia vinta! E poi gli uomini sono tutti uguali! Davanti a una donna consenziente perdono la testa; ma poi ritornano dalla loro donna... vedrai che anche Davide tornerà da te-.-Ma mamma non capisci che lui mi ha tradito! Lui si vuole arruolare... vuole lasciarmi! Io non voglio più avere un altro ragazzo. Se lui mi lascia: io rimango zitella!--Su non fare così, vedrai che si sistemerà tutto. E ora vieni qui che ti metto i bigodini così ti faccio bella per il matrimonio di Simona: e lui rimarrà senza fiato. Per domani ti concedo pure di metterti la minigonna, quella bella che ti ha regalato Cesare l'americano. Sopra ti metti la mia maglietta con le perle sulla scollatura... e vedrai che figura che farai-.E così fu. Il giorno dopo mi presentai al matrimonio di Simona che ero irriconoscibile. Mamma aveva fatto davvero dei miracoli! Mi sentivo bella e desiderabile come non mai; con gli occhi lucidi che brillavano dalla gioia perché finalmente Simona avrebbe coronato il suo sogno di sposare un uomo ricco e bello . Ero emozionatissima, e l'idea di incontrare Davide mi metteva ansia. Lo sguardo innamorato, la bocca colorata con una punta di rossetto, le gote arrossate dall'eccitazione, e quella minigonna mozzafiato: mi facevano sembrare irresistibile.Lo notai dallo sguardo ammirato dei cugini americani di Cesare: che erano venuti per l'occasione del matrimonio. Qualcuno ebbe l'ardire d'infilare dolcemente le dita tra le nocche dei lunghi riccioli dei miei capelli dai riflessi ramati. E fu proprio in quel mentre che arrivò Davide accompagnato da Serena - bella più che mai in quel vestito di raso blu che le metteva in risalto le sinuose forme. Non c'è che dire: lei e Davide facevano una bella coppia! Già... anche lui era splendido, con il vestito scuro da cerimonia, la cravatta colorata e la camicia bianca: sembrava uno sposo. Pensai che avrebbe dovuto essere il mio sposo, ma a quanto pare lui aveva scelto un'altra.Mi morsi le labbra per trattenere l'urlo di rabbia ed'indignazione; e camuffai la delusione facendo la civettuola con Renato, il cugino americano di Cesare, che mi stava palesemente corteggiando.-Qualcosa non va? Hai cambiato subito espressione?-Domandò Renato, notando il mio repentino cambiamento alla vista della coppia appena apparsa tra la folla degli invitati; poi si girò verso l'oggetto delle mie attenzioni, e riportando lo sguardo di nuovo su me, disse: -Ho capito... gelosa vero? Bene! Conosco un modo infallibile per fare ingelosire anche lui!- Poi strizzandomi un occhio aggiunse -Hai capito vero?-Senza nemmeno darmi il tempo di acconsentire, si chinò e mi deposito un bacio sulla bocca, dapprima superficialmente, poi con insolenza, affondò la sua lingua nella mia bocca, abbracciandomi vigorosamente. Fui assalita da un impellente disgusto e mi dibattei come un uccellino per liberarmi dalla sua stretta. Con uno sguardo carico di repulsione, dopo essermi sottratta dalle sue grinfie: gli rifilai un calcio negli stinchi. Tutto quello che accadde dopo: fu come in un sogno. So solo che non dimenticherò mai lo sguardo inferocito di Davide mentre si dirigeva verso la nostra direzione..L@ur@