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Dipendenza o Indipendenza


Uno dei miti più enfatizzati della nostra società è quello dell’autonomia e dell’indipendenza. Ci viene detto in molti modi…  Dobbiamo essere forti, dobbiamo essere indipendenti…, Ci viene inculcato da quando siamo bambini, attraverso messaggi, attraverso modelli famosi, insomma tutta la cultura occidentale è impregnata da questo mito… Anni fa c’era addirittura una pubblicità che proponeva ed esaltava l’immagine dell’uomo “che non deve chiedere, mai…!” E la maggior parte degli individui corre dietro a questo mito, sperando di essere finalmente libero e non aver più bisogno di nessuno, finalmente indipendente… E chi non riesce, si sente inferiore… non si sente un vero uomo, e non si sente una vera donna…. Ma è veramente possibile essere indipendenti? E’ veramente possibile bastare a se stessi? Se soltanto pensiamo al piano biologico, questa cosa non sta né in cielo né interra… Quanto tempo resistiamo senz’aria, senz’acqua o senza cibo?     Ma anche se pensiamo al piano psicologico, dobbiamo riconoscere che l’essere umano è un “essere sociale” che, senza gli altri, può andare poco lontano. Abbiamo bisogno degli altri quando veniamo al mondo, Abbiamo bisogno degli altri quando cresciamo, Abbiamo bisogno degli altri quando vogliamo realizzare dei progetti… Insomma, abbiamo continuamente bisogno degli altri. Se poi pensiamo a cosa ci rende veramente felici, dobbiamo riconoscere che questo è possibile soltanto avendo delle buone relazioni affettive, nelle quali proviamo un senso di sicurezza, fiducia, possiamo far conto su qualcuno, ci sentiamo compresi e sostenuti nelle difficoltà. Ma quand’è così, possiamo ancora affermare di poter essere indipendenti? Per cui, dietro il mito dell’indipendenza si cela l’illusione del poter bastare a se stessi. Il mito dell’indipendenza si traduce, nei fatti, nel non avere vincoli e non aver legami; ma, nei fatti, questo significa essere soli, e quindi inevitabilmente infelici! Al tempo stesso, a nessuno piace l’idea di essere dipendenti, se abbiamo un’immagine della dipendenza legata alla condizione infantile, caratterizzata da un senso di debolezza, vulnerabilità e insicurezza…. Ma quindi, piuttosto che ragionare in termini di dipendenza o indipendenza, cosa che rischia di negare o svalutare i nostri bisogni e, soprattutto, la nostra necessità di legami affettivi, dovemmo ragionare sulla nostra capacità di essere dipendenti in senso adulto, invece che in senso infantile, ovvero di - instaurare, mantenere e coltivare le nostre relazioni affettive di legame; - essere consapevoli dei nostri bisogni e di tutte le risorse che ci sostengono, con gratitudine; - operare le nostre scelte responsabilmente, ovvero accettando che ogni nostra scelta ha un costo e ha delle conseguenze; cosa che ogni adulto dovrebbe fare, per potersi definire tale…Dott. Danilo Toneguzzi