Navyseal

Post N° 453


Nostalgia?Noi, armati solo di un sogno! Noi, un’ orifiamma nel cuore, Noi! Noi uomini!Noi, un tascapane in spalla, noi…con dentro i nostri ideali, noiNoi Uomini!--- Dal mio blog paginedistoria“Me lo aveva chiesto Gianluca ed era una idea di Marinella con cui condivideva la passione per la vela e per la politica. Si erano gia’ messi in moto per recuperare le bottiglie ed i tappi e al Fronte avevano stampato i messaggi… mancava una cosa importante ed era per questo che si rivolgevano a me… serviva la barca. Ok, ma alle mie condizioni… ne voglio parlare con Roberto, ora deputato al Parlamento. Lo incontro al mattino presto sotto casa e sono categorico: a bordo massimo otto persone, due siamo noi (io e mio figlio) quindi non piu’ di sei ospiti. Assoluto rispetto di tutte le norme della navigazione e dei codici internazionali, incluso alzare a riva le bandiere di cortesia… navigando in acque slovene la bandiera slovena. Massima riservatezza fino alla fine della “missione”, informeremo la stampa al nostro rientro… Il Presidente, la moglie, l’ addetto stampa e due giornalisti uno del Messaggero e l’ altro de Il Piccolo, oltre a Roberto in barca con noi… l’ altra barca, quella dei gemelli, imbarca altri giornalisti. Partenza dal pontile dove la barca e’ ormeggiata, arrivo degli ospiti in forma  assolutamente privata, senza scorta, cortei, inni o bandiere… l’ Adriaco e’ un circolo velico e non ha colore politico. Siamo d’accordo su tutto…  La sera prima della manifestazioni cui Fini partecipava alla Stazione Marittima si imbarcano le casse con le bottiglie. Ogni bottiglia ha una etichetta tricolore con la scritta “Ritorneremo” dentro ogni bottiglia un foglio di carta arrotolato stretto dal nastrino tricolore e sul foglietto un messaggio… inneggiante all’ italianita’ dell’ Istria e della Dalamazia.  La barca e’ pronta, siamo in autunno il tempo e’ piovoso, c’e’ nebbia… non sara’ una radiosa giornata quella che vedra’ la nostra azione dannunziana!  Ma le cose cominciano ad andare storte quando il giornalista del quotidiano locale che abbiamo invitato lascia trapelare – volutamente . la notizia, ed e’ proprio alla Beffa di Buccari dei Mas di D’Annunzio che fa riferimento… per cortesia, non se ne parla… su quelle quattro tavole di legno non siamo in trenta a sfidare la sorte e ancor meno “in trentuno con la Morte…”  La notizia che Fini e sua moglie avrebbero lanciato una corona di fiori e messaggi irredentisti nelle acque di Capodistria e’ sulle pagine del giornale locale… Si mette in moto tutto l’ apparato della Digos, dei Carabinieri, della Guardia Costiera… non riusciamo a controllare la notizia e al mattino, mentre Fini interviene al comizio alla Stazione Marittima, io appronto la barca con Gianluca sotto lo sguardo vigile di un consistente numero di agenti in borghese… uno mi chiede se era quella la barca dell’ onorevole, al bavero sfoggia il distintivo della Societa’ Velica Barcola e Grignano… rispondo che la barca e’ la mia, e lui di rimando “le bottiglie sono gia’ a bordo?” la risposta e’ cortese… “ho del Bracchetto e del Prosecco, se vuole ne stappo una bottiglia e beviamo qualcosa…” si allontana, ma non mi perde d’occhio! Fa il suo dovere.  La manifestazione e’ finita, attendo Fini e Daniela con l’ allora portavoce Storace, il giornalista triestino e’ gia’ sul molo, quello romano arrivera’… anzi sta arrivando mescolato alla folla che si avvicina in corteo in uno sventolio di tricolori accompagnato dai canti della Patria… retorica? Beh, in quel momento il mio pensiero e’ un altro… mando mio figlio di corsa a chiamare i Carabinieri - che stazionano sul Molo Sartorio davanti alla sede dell’ Adriaco - perche’ fermino il corteo alla radice del molo, lo fanno, ma la gente passa da altri varchi alle spalle della Piscina Comunale…  In un attimo mi trovo Fini e gli altri ospiti sulla passerella e si imbarcano, ma il pontile e’ gremito di gente che vorrebbe venire con noi e che riusciamo a stento a non far salire sulla barca, per qualcuno con le lacrime agli occhi… farei una eccezione… mi dice d’ essere un esule, ma se passa lui e’ finita…  Arriva la barca dei gemelli e’ piena di gente, nemmeno loro, pur salpando da un altro pontile, sono riusciti a impedire l’assalto… molliamo le cime, di vela non se ne parla non c’e’ un filo di vento… peccato, il motore al minimo, usciamo dalla Sacchetta accompagnati dall’ immancabile “Arma la prora marinaio… vesti la giubba di battaglia…” che si alza da cento e cento bocche di persone assiepate sul molo, sui pontili galleggianti, ovunque sia spazio …ho i brividi nella schiena, mi commuove tanto amore per le nostre terre perdute!  Navighiamo scortati da un imponente servizio d’ordine, ci sono le motovedette della Capitaneria, dei Carabinieri, della Polizia, della Guardia di Finanza… che ci precedono sulla rotta, avanziamo lentamente, non abbiamo fretta e ci vogliamo godere quello spettacolo… Stimo d’essere al limite delle acque territoriali e spengo il motore, restiamo in balia della corrente… se sconfiniamo lo ha voluto il Signore del Cielo e degli Abissi cui obbediscono i venti e le onde, alle crocette abbiamo alzato le bandiere dell’ Istria e della Dalmazia, quella slovena la tengo in tasca…  Ai giornalisti e ai teleoperatori abbiamo chiesto di non riprendere i numeri di immatricolazione della barca… “la prossima estate vorrei navigare tranquillo tra le isole della Dalmazia”, spiego… non ci sara’ un telegiornale che non aprira’ il servizio con la prua della mia barca sul cui scafo bianco splende l’ azzurro numero della matricola TS…..D! Non ci sara’ giornale che non pubblichera’ una foto con la stessa immagine…  La rotta che percorre pendolando la motovedetta dei carabinieri segna la linea del confine marittimo e mi e’ di grande aiuto… mentre cominciamo la cerimonia e siamo alla deriva… lo scarroccio ci porta per qualche metro in acque slovene ed e’ a questo punto che tutti in piedi, anche i due giornalisti… politicamente non amici, cantiamo l’ Inno Nazionale… poi Daniela Fini lancia un mazzo di fiori con il nastro tricolore, un omaggio a tante vittime innocenti della barbarie sanguinaria titina e comincia il lancio delle bottiglie… che lentamente la corrente allontana da noi Restiamo per qualche minuto a guardarle, una me la riporteranno dopo quasi un anno, incrostata di sale e recuperata sulla costa muggesana.  Stappiamo il Bracchetto… l’ unico spumante rosso dice Fini, Daniela lo corregge in “nero”… Fiuggi era ancora lontana!  Rientriamo, sempre sotto scorta, passando lungo il desolante vuoto del nostro porto, un tempo importante scalo mondiale e prima ancora unico emporio marittimo dell’ Impero Asburgico… Cominciamo a canticchiare… siamo sorprendentemente tutti stonati, ma un omaggio alla Xa Mas e’ dovuto… “Quando pareva vinta Roma antica… sorse l’ invitta decima legione… “ e’ il sussurro che sale di tono e quando siamo al “navi d’ Italia che ci foste tolte, non in battaglia ma col tradimento” e ci sentono anche da terra…ma forse arriva fino a Capodistria la strofa del “noi vi giuriamo che ritorneremo la dove Iddio volle il Tricolore”…  Si rientra al pontile, c’e’ ancora qualcuno che ci aspetta. Fini prima di sbarcare firma il giornale di bordo e la bandiera di navigazione, ora che non ho piu’ la barca …sacre reliquie conservate in una cassetta di legno pregiato come la bandiera di combattimento.  Lo accompagno nella sede dell’ Y.C. Adriaco… ci sono soci felici di vederlo, ma anche altri infastiditi… se ne va, rientra all’ aeroporto e di la’ a Roma, io salgo nella saletta del Presidente, non c’e’… L’ ammiraglio, lussiniano, lo conosco da quando era comandante del Vespucci e poi ci siamo incrociati piu’ volte sia per diporto che in regata… Conosco i suoi sentimenti, mi dispiace metterlo in difficolta’ …la colpa e’ mia e me la assumo con una lettera che gli faccio recapitare l’ indomani, spiego che si e’ andati al di la’ di quanto io avessi previsto e rimetto a lui ogni decisione circa eventuali sanzioni disciplinari… ma ricordo, in chiusura, l’ origine storica dei colori del guidone del circolo, voluti dai patrioti che lo frequentavano prima della prima guerra mondiale… “una croce rossa su fondo verde perche’ con il bianco delle vele porti sui mari il Tricolore d’ Italia”  Mi viene comminato un rimprovero scritto che rimane affisso all’ Albo per meno di una giornata… attorno spuntano decine di biglietti dei soci che condividevano la mia iniziativa… tacitamente anche l’ ammiraglio me lo fa capire. Sara’ il suo successore ad espellermi, cercando meno nobili motivi… peccato che sia il figlio di uno dei piu’ prestigiosi esponenti del MSI triestino, a lungo consigliere comunale in anni in cui c’era davvero da rischiare la pelle!”Acque di Capodistria, novembre 1992