VNP

IL SILENZIO DELLE INNOCENTI


 Un’altra vicenda che vede coinvolte le donne e l’assurda violenza perpetrata ai danni delle stesse. Un padre che violenta la figlia e la nipotina di nemmeno 10 anni.Una vicenda assurda perché si consuma tra le mura di questa Varese che amiamo, che coccoliamo e spesso crediamo sia lontana dalle brutture, non esposta al malessere che invade lentamente ma inesorabilmente le nostre coscienze.Dopo la pedofilia, la violenza sulle donne è il reato più aberrante e miserabile. Perdono è una parola che in questi casi dovrebbe essere abolita dal vocabolario.Cosa si può e cosa si deve fare, innanzitutto prevenzione. Nelle scuole, nelle famiglie, nei luoghi di socializzazione occorre mettere alla berlina con vigore e con forza gli stupratori e gli sfruttatori. La mercificazione del corpo femminile è l’anticamera della violenza, pensare che una donna sia solo un oggetto e debba necessariamente mostrarsi in tutte le sue forme estetiche anziché mostrare le sue qualità interiori è un processo che vediamo quotidianamente sulle riviste, alla televisione, al cinema. Effigi sempre più appariscenti di corpi femminili, identificazioni mentali sempre ricorrenti (vedi il caso velina-calciatore), sottintesi e spettacoli televisivi degni della miglior spazzatura mediatica inducono il pensiero nella direzione che sia possibile e fattibile trattare la donna come un oggetto.A questa cultura occorre ribellarsi e il femminismo non è la risposta adeguata. Occorre  rimarcare il pensiero della comunità come un insieme di uomini e donne con pari dignità e pari opportunità. Una società che cresce con tutte le sue componenti nel rispetto e nella fermezza.La politica grida ogni volta che succede uno stupro, tutti noi ci scandalizziamo, ma le pene sono irrisorie, gli sfruttatori quasi impuniti e se si parla di castrazione chimica subito i soloni della distruzione si innalzano a difensori della Patria.Questa volta è successo a Varese e non possiamo nemmeno immaginare quante storie simili a queste stanno accadendo mentre scriviamo queste righe.Chiediamo una sola cosa ai giudici che abitano il palazzo Varesino, non siate clementi, non considerate le attenuanti, valutate solo le aggravanti, non offendete ancora di più questa Provincia con soluzioni “buoniste”, non abbiate remore nel condannare e nel tenere in carcere una persona che ha dimostrato di non avere pietà del suo stesso sangue.Alle donne rivolgiamo un appello: ribellatevi, non accettate più di essere maltrattate e violentate, riprendete in mano la vostra vita, siate le vere attrici del vostro e del nostro futuro.  Ufficio stampa LA DESTRA