Neapolis

Post N° 41


Stanotte alle quattro, dopo essermi svegliato di botto, ho deciso che era venuto il momento di scrivere di nuovo qualcosa in questo mio pseudo contenitore d'emozioni varie. Diciamo che nel periodo intercorso tra il discorso nonsense sottostante e queste nuove righe, si sono succedute una serie di "cose"..dunque avvenimenti, persone, musiche nuove, odori diversi, e da parte mia, decisioni consapevoli su alcune cose della mia vita. Gli avvenimenti sono stati tanti, tra i più importanti ricordiamo il compleanno dello zio Pino, la gita a Montefiascone con visita al relativo mercato settimanale della patata bulgara d'importazione, ed ultimo, ma non meno importante, la pubblicazione dell'ultima fatica di Gigione, (quello dello splendido album "A'Carcioffola") il mistico, aulico, agnostico e purulento CD intitolato "Tengo la Uàllera piena di collera", che non è altro che una invettiva mirata e magistralmente pungente verso l'Occidente ricco e possente, e la sarta Giuseppina, che gli fa i pantaloni alla zuava troppo corti. Riguardo alle persone succedutesi in questi mesi nella mia vita, ce ne sono state alcune che hanno lasciato il segno, altre che il segno invece avrebbero meritato d'averlo impresso a fuoco, in fronte o sulla schiena. Di quelle che hanno lasciato il segno non me ne ricordo neppure una..(scherzo, ma mi pareva geniale come frase..)..dicevo, tra quelle che hanno lasciato il segno, senz'altro meritano una menzione speciale il Prof. F. M., uomo a modulazione di frequenza, come si evince dalle sue iniziali, ma con due palle pari a dei dirigibili Zepelin di teutonica fattura, poi l'algerino Yussuf, e ultima, ma solo in ordine temporale, Giovannella, di cui più avanti vi parlerò. Il primo è uno di quegli uomini che vorresti aver conosciuto prima, non foss'altro che per il solo piacere di parlarci ed essere parlato; un uomo che trasmette il suo sapere e la sua felicità d'essere nato in questo mondo, merdoso quanto vogliamo ma, dice lui, di una bellezza straripante. Yussuf è uomo mite, umile, di poche parole ma intensi ed eloquenti sguardi, con il quale riesce a farti comprendere tutto il suo dolore per aver dovuto prendere la decisione di venire in Italia, lasciando la sua patria e i suoi affetti più cari, per dare una speranza di vita ai suoi due figli, ai quali puntualmente spedisce gran parte dei suoi piccoli guadagni come lavoratore in un autolavaggio per mantenerli agli studi e consentirgli una "vita quasi normale", come mi dice spesso. Inutile dire che sono con lui solidale, e mi faccio carico di un pò della sua sofferenza, cercando di alleviargli qualche pena di troppo che lo mortificherebbe ancora di più; inoltre, ho saputo da qualcuno, che di notte scrive poesie e racconti su di un vecchio quaderno con la copertina azzurra, sul cui frontespizio ha scritto " Non esiste notte tanto lunga che impedisca al sole di risorgere": ammiro il suo coraggio e la fierezza con il quale nonostante tutto riesce a vivere, e prima o poi gli chiederò di leggere qualcuno di quei brani, o forse sarà semplicemente lui a chiedermi di farlo. Giovannella. Giovanna è una di quelle donne che ti sorprendono sempre, a volte con una battuta, altre con un verso di un animale solo a lei noto (e da qualche ora anche a me) altre volte ancora con il racconto alle due di notte dei problemi digestivi della nonna e di quel coglione del suo medico curante. E' bella assai, ha due labbra carnose ed occhi acquosi e languidi nei quali a volte mi perdo, e fatico poi tanto a ritrovare la strada. Abbiamo molte cose in comune, la testa di cazzo è forse la più evidente. E' una trentenne donna-bambina, gioiosa, giocosa, ed illuminata dal sacro fuoco dell'intelligenza: e poi disegna Paperino e scorci di Procida in un modo insuperabile, e mi propina indovinelli che son riuscito a risolvere solo grazie ad uno sconosciuto che da dietro di lei si sbracciava trafelato per suggerirmi la soluzione..scene che a raccontarle non rendono l'idea..ma a trovarcisi dentro, vi assicuro non sono seconde allo storico "Vieni avanti cretino.." dei fratelli De Rege di cinquant'anni fa'. Ieri siamo stati ad un evento jazz dove qualche sconosciuto suonava bene, qualche altro ragliava nel sax, ma tutto, grazie ad essa, ha preso il sapore di un concertone grosso tipo " Pink Floyd Live at Venice".  Adoro vederla sorridere, e mi piace ridere con lei; ma che bell'amicizia, ragazzi. Ad avercene di gente come il Prof, come la Giovannella, come Yussuf. Sarebbe senz'altro un mondo migliore. L'opera è di Alfred Gockel, e si chiama Sunset Landscape II.