Neapolis

Post N° 31


Nel 1980, un giovane regista che risponde al nome di Philip Groning, chiese al Priore della Comunità dell'Ordine dei Certosini di filmare la vita dei monaci residenti nella loro casa madre. Filmare nella Grande Chartreuse, che si trova al di là delle alpi sul versante francese, non era mai stato concesso a nessuno. Gli fu risposto solo diciannove anni dopo- "Se è ancora interessato..". E così il regista ha vissuto sei mesi in quel convento, vivendo con i monaci e come i monaci. Le condizioni poste a Groning per poter filmare sono state poche e perentorie: nessuna troupe, nessuna luce artificiale, ne musiche ne commenti aggiuntivi. Praticamente ha fatto tutto da solo..fonico, operatore, produttore, montatore, e regista. Ne è uscito fuori un film di tre ore, in cui gli unici due minuti di dialogo sono alla fine del film. Dovete sapere che l'Ordine dei Certosini ha una regola ben precisa: Il Silenzio. Solo una volta a settimana si può parlare.. ed anche i pasti vengono consumati dai monaci da soli, nelle loro celle. Dormono sei ore per notte, interrotte per metà da tre ore di preghiera e canti gregoriani. Non hanno tempo libero nè vacanze, e trascorrono gran parte della loro giornata nelle loro celle, (quando non sono impegnati in lavori che comunque svolgono in solitudine) leggendo e pregando. E possono vedere la propria famiglia solo una volta all'anno. Gli unici momenti corali sono i canti notturni e la settimanale passeggiata, durante la quale è consentito parlare. Tutto ciò si ripete giorno dopo giorno, sempre uguale, anche per cinquanta o sessanta anni di vita nel monastero, guardando sempre lo stesso giardino e la stessa montagna fuori dalla finestra. - "Se la scelta è profonda, se non ci si sente costretti, non si chiama ripetitività, ma approfondimento..in fondo, quel che conta non è vedere molte cose, ma come le si guardano" - dice un monaco dell'Ordine. "In un mondo che teme il silenzio perchè lo identifica con il vuoto e la solitudine, un mondo che accende di continuo la tv, la radio ed  il computer, e lo fa' per tenere a bada i fantasmi...forse si incomincia ad intuire che il rumore assordante può portare alla disperazione.." - dice ancora, non meravigliandosi oltremodo del successo che il film sta avendo in Germania. Il film si chiude con un anziano monaco cieco che ringrazia Dio per la sua cecità. Unico momento di parlato. In tutta onestà, credo che questa sia la vera Chiesa, e questa la vera Fede. Non quella Chiesa a cui siamo abituati a guardare, quella delle ricchezze accumulate nei secoli, quella dei 289 milioni di dollari investiti in titoli Usa. E neppure quella che è rimasta implicata in vicende strane e mai completamente chiarite, come il caso Calvi, il banchiere di Dio impiccato sotto un ponte di Londra, o la vicenda del Banco Ambrosiano e dell'assassino di Marco Ambrosoli , o il sinistro ruolo dello Ior attraverso il misterioso monsignor Marcinkus ed altri faccendieri di alto bordo tra i quali Michele Sindona. Il film si intitola "Il Grande Silenzio", e da domenica è nei cinema italiani. Vi consiglio di andarlo a vedere, ovviamente nel massimo silenzio. (Questo post è stato liberamente ispirato da un articolo pubblicato su "Il Venerdì di Repubblica", e dalle inutili chiacchiere di Fabrizio, che parla sempre troppo e a cazzo di cane.)Monaci Certosini, per saperne di più.