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Decreti affossati e memorie lontane.

Post n°1805 pubblicato il 28 Ottobre 2021 da fedechiara
 

Non dovremmo considerare l'affossamento del ddl Zan come una partita di volley combattuta ferocemente con schiacciate vincenti dell'una o dell'altra squadra fino alla schiacciata violentissima di ieri - con pubblico in piedi e plaudente alla vittoria dei propri campioni e la squadra avversaria, ieri tronfia e sicura e arrogante, in lacrime e inutili invettive e lontane speranze di rivalsa lanciate urbi et orbi.
E' un intero processo storico di rovesciamenti di fronte e di 'comune senso del pudore' e di dettati religiosi e apocalittiche narrazioni bibliche che si confrontano nel primo ventennio confuso e clamante del millennio che ci porterà all'anno tremila delle magnifiche sorti e progressive.
E dovremmo chiederci se fosse saggio e sensato (e i tempi maturi) che una minoranza di 'diversi' e allegra compagnia variata e transitante arrivasse fin dentro le scuole dell'obbligo ad illustrare il loro verbo libertino e la nuova frontiera della libera sessualità lgbt+ – non paga dei cortei 'gay pride' dove la loro vittoria sul verbo codino ecclesiastico (e dintorni) veniva rappresentata nei modi disturbanti che conosciamo; e ormai ci avevamo fatto l'abitudine e distoglievamo gli sguardi e 'non ti curar di lor, ma guarda e passa'.
Ma il ddl Zan andava oltre, molto oltre. Parla(va) di sanzioni severe per chi manifestasse con evidente fastidio la propria contrarietà ad atteggiamenti pubblici non conformi a ciò che un tempo si definiva 'il comune senso del pudore' – e passi che la locuzione abbia fatto il suo tempo e se ne sia smarrito il senso e sia stata sbeffeggiata ad abundantiam e noncurata, neppure giudiziariamente, nel corso dei decenni ultimi.
E tuttavia vi è, ancora viva e operante nella vita pubblica ( e risparmiata dal Covid), una, o più, generazione che è stata pesantemente condizionata dal Verbo religioso atavico, per il quale la piena libertà nella sfera sessuale andava, nelle confessioni e genuflessioni, sotto maledetta egida di 'contro natura' e soggetta a penitenze e 10 avepatereegloria e 'ripromettiti di fronte a Dio di non più peccare'.
Una generazione che molto si è sforzata di abbandonare quei condizionamenti pesantissimi e di trovare una sintesi post moderna e una forma di tolleranza che permettesse la convivenza - fino al ddl Zan della moderna Parlamentopoli giallorosa che si impancava a dircelo vangelo laico a colpi di maggioranza e perfino 'diritto negato', come titola oggi la Repubblica, il quotidiano embedded di s-governo filo pd e filo Draghi.
E aggiungiamo alla nostra doglianza i versetti del 'politicamente corretto' che, nell'ultimo decennio, ci hanno imposto di non dire questo e non dire quest'altro e di rivisitare criticamente la vecchia letteratura dei poeti reietti perché 'non conformi' (perfino Dante perché ha ficcato Maometto nel fondo dell'imbuto infernale e ci parla dei 'sodomiti' dannati al modo del suo tempo).
C'era davvero di che giustificare il plauso e la gioia clamorosa per una archiviazione e più attenta meditazione per un progetto di legge che si era spinto così avanti nelle sue pretese di 'essere maggioranza nel paese' da trascurare il resto dell'intendenza sociale che l'ha castigato ieri con la schiacciata fatale e l'osanna per la vittoria.
La politica è il luogo della mediazione, si dice. E il pd e l'intendenza infame (che non lascerà fama) dei 5 stelle incollati alla cadreghe l'hanno bellamente dimenticato e hanno lanciato la loro sfida ultima con una protervia e una arroganza degna di miglior causa.
Parce sepulto e arrivederci alla prossima legislatura. Il futuro è appena cominciato.

 
 
 
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