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Orutuf. Le parole future.

Post n°3486 pubblicato il 05 Febbraio 2025 da fedechiara
 

La soluzione è a portata di mano. Considerare i fatti tragici e/o ridicoli del mondo quali manifestazioni di follia. Il mondo al contrario visto con gli occhi di quelli de 'Il cuculo' (Qualcuno volò...) rimette le cose al loro posto e la foto di prima pagina su un quotidiano di una ragazza con il burqa che va a scuola a Monfalcone con il suo bravo zainetto dei libri come se fosse cosa normale e tranquillamente assimilabile in Occidente non ti inquieta più.
E' l'ennesima follia di Mel Brooks, l'allegro mondo de 'l'Elogio della follia' di Erasmo da Rotterdam, la 'Cage aux fous' della presente 'cultura woke', la Nave dei Folli illustrata da Bosch nel 1494 che naviga placida sui mari procellosi della post modernità assassina delle cento guerre che precedono la Terza a denominatore comune termonucleare.
E, pazzo fra pazzi, potrai chiosare da par tuo sulla follia dell'altro da te e notare che, seduto di fronte a te in treno, legge un suo libro al contrario ed è il libro del mondo che si è rigirato per intero - e le frasi vanno compitate da destra a sinistra e dal sotto in su e vedrai comparire l'anagramma di 'Futuro' (orutuf).
Che, letto così, non fa più paura e, anzi, muove il sorriso e la ragazza in burqa ti racconta faconda la sua vita strana di come si infagotta per bene nel suo abito talare prima di uscire di casa e spia dalla finestrella degli occhi le reazioni allarmate dei suoi concittadini a bordo dell'autobus che la porta a scuola e se la ride per la concitazione dei professori che confabulano tra loro su come identificarla senza farle torto prima di ammetterla in classe, come prevede la legge ed i regolamenti.
E le viene in mente il fatto primo di sua vita: di essere stata traslata ancora nella pancia della madre in terra d'Occidente, terra di occupazione migratoria, e di dover forzatamente coniugare il suo 'orutuf' tutta di nero vestita, incurante di tutto quel trambusto che suscita - e ci piacerebbe vederla scrivere – fatta grande - un curriculum per la ricerca di un lavoro e andare a presentarlo di persona vestita a quel modo sicura di ottenere il posto ambito.
Marginalmente, mi sovviene di quella poveretta, Saman Abbas, che, invece, ha gettato alle ortiche la sua 'cultura di provenienza' e si è innamorata perdutamente di un indigeno e i genitori sono stati condannati per l'omicidio della figlia che volevano sposata in patria per procura.
Le faticose 'integrazioni'. 'Inoizargetni' per quelli de 'Il nido del cuculo'
Orutuf, che simpatica, buffa parola.
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