Nebbie e dintorni

I bernoccoli della Merkel e l'imbonitor magno - Ieri accadeva


Chissà se la signora Merkel avrà provato un visibile disagio nell’osservare le schiere dei suoi nuovi elettori potenziali alla frontiera tra la Grecia e la Macedonia, osannarla in corteo e invocarla come unica salvatrice su piazza europea – bastonata, però, nelle urne patrie, le sole che contino, dai tedeschi di antica generazione e residenza storica.E’ prevedibile che quella della Merkel non sarà una rotta disastrosa, una ritirata suonata con le trombe sul campo di battaglia fitto di morti e feriti e i soldati colpiti alla schiena durante la fuga, bensì una ritirata strategica, per piccoli, impercettibili passi e segni perché la botta elettorale è stata una tale legnata da provocare un visibile bernoccolo alla Grande Leader Iperaccogliente e la costringerà, se non ad ammainare la bandiera dell’accoglienza dal pennone della sua nave dei folli, a invertire quantomeno la rotta e ‘dare di bolina’ e riguadagnare alla svelta un lido sicuro dove riparare le troppe falle che, dai fatti di Colonia e Amburgo di inizio anno, hanno portato alle frontiere dell’est Europa chiuse ermeticamente e il Cancelliere austriaco che raccomanda all’Italia e alla Grecia di fare altrettanto e trovare il modo di fermare l’orda balcanica che si trasformerà, fra qualche giorno, nel pieno fiorir dei mandorli e dei meli, in arrembaggio alle coste albanesi (col governatore Emiliano – pd – che già parla di mandare i traghetti a prenderli, aiuto!).E poiché il miglior alleato della Merkel iperaccogliente è il nostro Renzi-Imbonitor-Magno aspettiamoci che la catastrofe umanitaria innescata decenni fa dalle politiche immigratorie buoniste e accoglienti scoppi nelle nostre mani italiche e il campo-profughi fangoso di cui alle foto di questi giorni in Grecia si trasferisca in Puglia.Fino alle prossime elezioni che, speriamo, diranno anche a Renzi che le accoglienti navi dei folli arrembate dai ‘popoli del mare’ non portano da nessuna parte e sono solo il prosieguo tragico della catastrofe umanitaria nella quale siamo immersi da decenni grazie a lui e al suo partito di infiammati (e litigiosi) buonisti.