Nebbie e dintorni

Ieri accadeva - Berlino 21/12/2016


Due storie di Babele-EuropaDue storie, due orrori paralleli. Quella di Lukasz Urban, l'autista polacco agonizzante che ha tentato fino all'ultimo di fermare il tir della strage ed è stato 'giustiziato' dall'assassino islamista radicale prima della fuga, e la storia di Fabrizia di Lorenzo da Sulmona che, forse, ha incrociato lo sguardo avvilito dell'autista morente e quello allucinato dell'assassino stragista prima di essere travolta e uccisa.Due storie che 'gridano vendetta al cospetto di Dio' – e di quell'Allah che non è affatto grande e rimpicciolisce vieppiù e ci appare nella sua miseria di umana manipolazione e delirante interpretazione jiahdista ogniqualvolta un imbecille integrale(ista) lo grida al vento della sua disperazione e idiozia radicale.E i nostri sguardi desolati e avviliti, di tutti noi che leggiamo storie d'orrore annunciato ogni trimestre o semestre e ascoltiamo la babele delle lingue incomprensibili e ostinatamente buoniste che si leva da ogni foglio di stampa e cronaca televisiva grazie alla quale il terrore jihadista si afferma e consolida il suo senso di onnipotenza stragista e allarga la sua nera ombra sull'orizzonte di un'Europa incapace di verbo comune e di azioni mirate di sicurezza dei cittadini e rigorosi controlli delle frontiere-colabrodo - varcate serenamente in entrata e in uscita da ogni foreign fighters e/o sedicente profugo inteso a fiaccare lo spirito dell'Occidente e a minarne le basi culturali con stragi e assassinii reiterati in cronaca per ogni dove.E l'unica risorsa e speranza di salvezza futura è affidata agli elettori – quegli elettori che continueranno a votare 'di pancia' e manderanno a casa gli imbelli s-governanti europei che, con le dissennate politiche immigratorie misericordiose e buoniste, hanno creato i vari Belgistan e Parigistan e Berlinostan dell'orrore e delle serpi in seno che levano alte le loro strida di giubilo ogniqualvolta un attentato e una strage vanno a segno e si bagnano di sangue innocente i selciati delle strade e delle piazze di un'Europa che dovrebbe adottare quale suo inno la Marcia Funebre di Beethoven invece dell'Inno alla Gioia di Schiller.