Nebbie e dintorni

Il fratello pazzo di Renzik Holmes.


 Ho ri-visto 'Viva la Libertà', di Roberto Andò, ieri sera, film di illusioni e resurrezioni improbabili di una sinistra sociale e politica allo sbando da gran tempo ed è curioso che la figura del protagonista sia quella di un 'doppio': un fratello pazzo (ma con del metodo amletico nella sua lucida follia) che resuscita le speranze di un popolo morto dentro, antropologicamente mutato a tal punto da migrare elettoralmente senza soluzione di continuità nelle leghe di opposizione e protesta perché il lavoro non c'è - e il poco che c'è viene 'globalizzato' e orribilmente gestito dai 'caporali' che sfruttano la miseria e la nessuna dignità umana del resto del mondo che è arrembato sulle nostre coste con il grimaldello vigliacco della pietas applicata a una 'legge del mare' nata per altri scopi e fini da quelli della pesca miracolosa dei barconi lanciati giornalmente in mare degli schiavisti libici e tunisini.Ed è scappato al regista (o forse no, forse era 'lucida follia' di che vuol farsi del male) che il comizio della riscossa e della improbabile vittoria della sinistra fosse costituito da una poesia di B. Brecht che descrive tutti i dubbi e i drammi e le lacerazioni del popolo della sinistra smarrito e rabbioso, ma gli rimanda, in finale, che la sola risposta possibile la deve trovare dentro di sé. Come dire: la sinistra è una 'fede'. Ed è, questo, un gioco concettuale che viene da lontano: dalle religioni del Libro che non sanno spiegare razionalmente i loro miti e riti e miracoli e nella 'fede' si trincerano. O ce l'hai o non ce l'hai, ti dicono, tertium non datum. Scoppia l'applauso liberatorio, ma lo spettatore disincantato si chiede: 'Ma quale c.... di risposta ho mai dentro?' diversa dall'emigrazione rabbiosa sui lidi elettorali abitati dai populisti che chiedono legge ed ordine - in un panorama sociale lacerato dalla immigrazione massiva, dagli odiosi crimini che commettono quei dessi amorevolmente accolti e dai loro figli rinnegati che si 'radicalizzano sul web' e progettano di buttarsi kamikaze sulla folla a bordo di un camion o di un furgone?Fa bene alla mente ri-visitare i vecchi films e confrontarli con il presente mutato. Fa capire che non ci sono risposte illusorie veicolate dalla vuota retorica poetica di un nume tutelare (B. Brecht) rinchiuso e conchiuso nel suo tempo, bensì richieste perentorie di governo delle cose e degli accadimenti in un tempo di grande disordine e disperato disorientamento.E, per restare sul thread delle dotte citazioni poetiche ci piace di più e troviamo più cogente quest'altra salva di versi del succitato nume tutelare :Davvero, vivo in tempi bui!La parola innocente è stolta. Una fronte distesavuol dire insensibilità. Chi ride,la notizia atrocenon l'ha saputa ancora.Quali tempi sono questi, quandodiscorrere d'alberi è quasi un delitto,perchè su troppe stragi comporta silenzio!E l'uomo che ora traversa tranquillo la viamai più potranno raggiungerlo dunque gli amiciche sono nell'affanno?A me fa venire in mente quel Kabobo, uomo nero immigrato che, alle quattro del mattino, picconava alla testa chiunque incontrava, - chissà che pensieri aveva nella sua, di testa.Tu vedi le libere associazioni e le interpretazioni poetiche rivisitate dove vanno a parare, di questi tempi. 
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