Nebbie e dintorni

Fino a notte inoltrata


 Si, lo so, sono un cretino. Faccio outing e lo confesso. Sono un cretino perché continuo a dare ascolto a quella strana 'voce' che ho dentro fin da quand'ero bambino – che mi diceva che il mondo è cosa buona e gli uomini e le donne che lo abitano sono altrettanto buoni – guerre civili e mondiali a parte e hutu e tutsi e lager e gulag spruzzati qua e là sulla crosta terrestre.E fatico (tuttora! giunto ormai alle soglie della rottamazione) a credere che non ci siano - proprio non esistono - le 'magnifiche sorti e progressive' sognate dai poeti e proiettate sul nostro orizzonte di futuro.Perché, invece, siamo ancora fermi alla preistoria tribale delle fazioni contrapposte e pronte a scannarsi per affermare la loro diversità, gli usi e i costumi 'politici' neanderthaliani, i cannibalismi del nemico catturato nel corso degli agguati e delle scaramucce.E ha un bel sostenere Camus che: 'Il y a dans les hommes plus de choses à admirer, que de choses à mepriser.' - e precisava che lo si notava solo nel corso delle catastrofi. Non mi riesce più di crederlo, maledizione! E sospetto che neanche esista un paradiso dove ci ritroveremo miracolosamente tornati tutti 'buoni' e caritatevoli e rispettosi dei diritti degli altri e memori dei doveri civici e dell'amore coniugale e parentale, come scriviamo sulle lapidi tombali.Temo che anche nell'Ade le nostre ombre si trascinino il fardello delle cattive opere e dei cattivi comportamenti che abbiamo tenuto in vita – come ci raccontava Odisseo nel corso di una sua memorabile capatina colà.E temo che la 'poesia del silenzio' e la silente ammirazione per il nitore delle luci dell'alba che cancellano piano le notturne luci delle stelle siano solo mie solitarie fissazioni, in un mondo che, invece, volontariamente si assorda e confonde i pensieri di ognuno e tutti parlandosi addosso e gridandosi improperi e rimproveri per pretesi diritti negati fino a notte inoltrata.