Nebbie e dintorni

Il mondo rotto


La maledetta entropia degli eventi nuovi - 11 agosto 2013'Abbiamo un problema,', dice il protagonista di una pubblicità televisiva 'un problema con la gente'.Ed è vero. Abbiamo grosse difficoltà a coniugare la diversità che erompe, prorompe, dilaga nelle nostre vite e quotidianamente ci obbliga ad aggiustare il tiro ed elaborare il lutto per il poco di buono a cui stavamo per fare l'abitudine e scompare sotto i nostri occhi stupiti, invece, da un giorno per l'altro.Non c'eravamo ancora abituati all'idea di uno sviluppo economico indigeno e relativo benessere dei cittadini - e le città si facevano vieppiù ordinate e moderne e ci prospettavano le 'magnifiche sorti e progressive' di noi tutti proprietari della propria casa e di seconde case al mare e in montagna ed ecco rompersi il maledetto Muro e il riversarsi a ondate dei prigionieri del socialismo reale nelle terre d'Occidente sotto forme di 'badanti' e operai edili.E, a sud della penisola, ecco le navi arrugginite e i barconi degli albanesi prima e degli africani poi rompere tutti gli equilibri e attentare al nostro fragile benessere cogli altissimi numeri di immigrati clandestini e i rifugiati di cento conflitti. E le chiare città italiche ripiegano su se stesse: trasformate in bronx multietnici, e la crisi globale ci attanaglia: col lavoro esportato dalle aziende in Serbia e Montenegro e Romania a costi cinesi.E abbiamo visto solidissime realtà politiche squagliarsi al sole del capitalismo globale e la Jugoslavia dei 'fratelli slavi' spezzarsi e trasformarsi in nuovi nazionalismi assassini temperati solo dall'idea di un'Europa-nazione auspicata madre, ma più spesso matrigna - epperò la sola idea di salvezza economica e politica di fronte al formidabile avanzare delle economie cinesi e indiane e brasiliane fondate sullo sfruttamento massimo e sregolato della forza-lavoro.E fatichiamo davvero molto a elaborare tutte le diversità prorompenti di ospiti extracomunitari che si incistano nella nostra società fragile senza saper/volersi integrare e lasciarsi assorbire dalla società nostra, bensì pronti a insorgere con le violente 'rivolte delle banlieues' e i disordini londinesi dei figli degli immigrati di seconda e terza generazione che hanno esultato e applaudivano senza pudore nel vedere le immagini delle Twin towers in fiamme e i morituri a decine che si lanciavano nel vuoto per sfuggire alle fiamme.Ci sono studiosi del fenomeno-immigrazione che, studi alla mano, ci raccontano che, in un lasso di tempo di una decina d'anni, le società occidentali riescono ad assorbire e ad elaborare in qualche modo le diversità e a renderle produttive e ordinate in un'idea di nuovo e diverso progresso. Già. Peccato che chi ha vissuto e vive quei dieci anni di disordine tumultuoso dall'interno fatichi molto ad accettare gli eventi negativi dell'entropia terribile del decennio e i suoi altissimi costi sociali e politici.