Nebbie e dintorni

Gnosi e dintorni


  26 settembre 2015 Ha chiuso di recente la meravigliosa mostra 'Alefbet – L'alfabeto della memoria' di Grisha Bruskin alla Stampalia che mostrava, stupendamente raffigurati, i temi e i personaggi della Gnosi della religione ebraica: tanto ricca e fantasiosa quanto mirabile e avvincente nel fascino che promana dalle storie di ognuno dei suoi personaggi. Non so se Bruskin sia 'credente', ma di certo è stato 'colpito sulla via di Gerusalemme' dalle avvincenti narrazioni della religione dei suoi avi e le ha tradotte con abilità artistica straordinaria.Così è stato per me, nei riguardi della sua religione e di tutte le altre che ho conosciuto e approfondito la conoscenza nel corso di molti viaggi iniziatici: in India e nell'estremo Oriente delle moschee frammiste alle pagode e ai templi induisti e le caverne buddiste.Religione e storia dell'uomo procedono tuttora affiancate: sogno e leggenda l'una dell'altro e tormento di una evoluzione che non riesce ad affrancarsi dal peggio della cultura religiosa fondamentalista e 'unicista' – quella di coloro che pretendono di affermare e interpretare 'l'unico e vero Dio' e il suo Verbo. Verbo detto e scritto nel Libro da un Profeta e/o da un 'figlio di Dio' sceso in terra e partorito da una vergine, nientemeno. Miracolo della Fede. E si fatica a mandare a memoria gli episodi storici in cui si sono affrontati, spade (oggi bombe e mitraglie) alla mano, gli aderenti a questa o quella Fede e dottrina o le sette e gli scismatici e le centinaia di migliaia di morti che hanno lasciato sul terreno.E altri sette/ottocento sono rimasti a terra - donne e bambini compresi - l'altro ieri alla Mecca, schiacciati dall'ondeggiare pauroso della calca dei 'pellegrini' che volevano bersagliare con le pietre un qualche loro demone – dei molti partoriti dall'insana follia delle varie de diverse fedi nel corso dei secoli.E mi chiedo perché siamo una ristrettissima minoranza, noi atei (non devoti) che notiamo e additiamo l'incredibilità e la favolistica dei miti e dei riti persi nella notte dei tempi di tutte le religioni e ne denunciamo l'oppio dei popoli – e il veleno, se lo relazioniamo ai morti in battaglia e alle catastrofi ricorrenti dei pellegrini islamici alla Mecca.E, oggi, importiamo a migliaia, dalle nostre frontiere-colabrodo, il virus di un islam medioevale che è destinato a fare danni e alimentare i conflitti etnico-religiosi a centinaia e migliaia nel cuore di un'Europa che più fragile e indifesa non si può – e si arrabatta con provvedimenti-tampone e sempre in ritardo sui tempi e insufficienti nella titanica impresa di arginare a governare i nuovi barbari.Integrarli, poi, è parola davvero grossa, dati i moltissimi casi di immigrati di seconda e terza generazione coinvolti in predicazioni fondamentaliste che alimentano l'odio e armano le mani degli assassini di 'Charlie Hedbo' e del museo del Bardo.