Nebbie e dintorni

Luna, Sole, pioggia e le altre catastrofi quotidiane.


13 ottobre 2014Or sono trent'anni fa, traversavo a bordo di un autobus diretto a Patna, India, il 'teraj' nepalese: una conca tettonica colmata dalle millenarie sedimentazioni fluviali, e una zona sismica di faglia che, quella sera, scuoteva, invece, con violentissime scosse sussultorie, la mia povera pancia - e imploravo, di mezz'ora in mezz'ora, l'autista di fermarsi e consentire le obbligate evacuazioni a bordo strada nell'ilarità generale.Pioveva che Dio la mandava e piovve l'intera notte fino a oltre il confine. E la prima luce dell'alba illuminò di una luce livida la pianura indiana e i villaggi allagati dei contadini vestiti del solo dhoti della tradizione. E quella povera gente, vecchi donne e bambini, stavano fuori delle capanne e l'acqua gli arrivava alle ginocchia e alla pancia dei piccoli; e guardavano sfilare gli autobus dei nomadi viaggiatori e li salutavano con le mani levate e i mesti sorrisi di chi vive altro destino dal loro.A quei contadini, rassegnati alle ricorrenti alluvioni e che venerano gli dei delle loro disgrazie e delle ricorrenti distruzioni, mi è capitato di pensare, ascoltando alla radio gli alti lai e le invettive e gli scoppi di rabbia dei semidei occidentali che siamo o pretendiamo di essere - e pensiamo che tutto della Natura matrigna possa controllarsi e ordinarsi al nostro vivere civile di cittadini di storiche città e metropoli. E paghiamo fior di euroni agli esperti geologi e ai direttori della protezione civile, semidei maggiori, perché ci salvino dalle catastrofi a diano inizio alle grandi opere della mitica 'sistemazione del territorio urbano'.Che è geremiade e invettive conseguenti destinate a ripetersi da qui a qualche giorno o mese o anno perché la tropicalizzazione del clima continuerà a dettare l'agenda-meteo dei prossimi anni e davvero non c'è semidio che tenga né grande opera che ci salvi dalla Natura matrigna contro la quale inveiva Giacomo, il 'giovane favoloso' del film a giorni nelle sale. Che fa la vergine Luna in ciel, ditemi, che fa? E il Sole e la Pioggia e i tornadi e i terremoti?Vecchierel bianco, infermo,mezzo vestito e scalzo,con gravissimo fascio in su le spalle,per montagna e per valle,per sassi acuti, ed alta rena, e fratte, 25al vento, alla tempesta, e quando avvampal’ora, e quando poi gela,corre via, corre, anela,varca torrenti e stagni,cade, risorge, e più e più s’affretta, 30senza posa o ristoro,lacero, sanguinoso; infin ch’arrivacolà dove la viae dove il tanto affaticar fu volto:abisso orrido, immenso, 35ov’ei precipitando, il tutto obblia.Vergine luna, taleè la vita mortale.