Nebbie e dintorni

Il due di coppe a briscola


Ieri accadeva  - 08 novembre 2015Se non fosse per gli echi della Storia che ci rimandano gli entusiastici propositi e l'illusorio 'sol dell'avvenir' degli uomini che uscirono cantando dal Partito Socialista di Turati e fondarono il Partito Comunista - e di quelli che, con Mussolini in testa, fondarono il Partito Fascista e dimostrarono come fosse incredibilmente facile 'marciare su Roma' e prendere il potere con la forza e bruciare le sedi dei 'sovversivi' e farsi beffe del Parlamento (un bivacco di manipoli) e del Re e del suo esercito di marionette in divisa -, forse la ri-fondazione di una Sinistra italiana la guarderemmo con attenzione e non la considereremmo una costola escrescente e inutile del vituperato 'sistema dei partiti' su cui si è basata la molle e fragile democrazia italiana in questi decenni di infamia nazionale.E che cosa potrà fare di nuovo e di diverso sulla scena nazionale quel manipolo di uomini e donne che ieri, al loro congresso di fondazione cantavano 'Bella ciao' e lanciavano il guanto della sfida a Superbone, che regna sovrano et impera col sistema dei 'due forni' e del 'chi ci sta', non so, non è chiaro o forse è chiaro ma evitiamo di dircelo per 'non sparare sulla Croce Rossa' - il cui compito è quello di raccogliere i feriti e i dispersi di una battaglia perduta e ospedalizzarli.E non c'è questione primaria di interesse nazionale che quel nuovo partito potrà affrontare e mutare in positivo e/o risultare decisivo e operare per il bene comune dei cittadini. E la questione e il dramma dei 'migranti' sarà uguale nel prossimo anno e gli altri a seguire e la perdita di peso e di senso dei sindacati e il dramma del lavoro che non c'è e non è sufficientemente tutelato non muterà il suo corso lungo il 'viale del tramonto' che quelle organizzazioni pletoriche e costose hanno imboccato da tempo.Suggerisco un sottotitolo al nome trito e triste che si sono dati di 'Sinistra italiana': 'Siamo il vostro due di coppe'. Che, se non c'è altra briscola nell'ultima mano, qualcosa piglia e chi si accontenta gode.