Nebbie e dintorni

Povertà vo' cercando, ch'è si cara al mio cuore.


 Domenico Quirico è un poeta. Fazioso, come tutti i poeti che difendono a denti sguainati la loro poetica e i protagonisti di quella. E sono i poveri i protagonisti, - i molti e diversi poveri del vasto mondo che lui percorre per scovarli e descriverceli nelle loro vicissitudini e transiti e percorrenze faticose lungo i deserti e i mari sui barconi della morte e la detenzione nei lager libici delle attese per l'imbarco. E la prosa di Domenico ha raggiunto vette di lirismo e di toni profetici, com'è caratteristica della vera poesia, nei reportages dall'Africa, lui gradito ospite dei camions che attraversano il deserto carichi fino all'inverosimile di quell'umanità tragica dei 'migranti' che violano impuniti i confini dei diversi paesi, complice la corruzione delle guardie infedeli e gli scafisti dei 'naufragi organizzati' e le pietose o.n.g. che li soccorrono col motto latino de: 'Venite parvulus' di Soros.E profetizzava, Domenico, in uno dei suoi lirici reportages sui poveri del mondo, che vana sarebbe stata l'azione dei governi europei per fermare l'invasione africana, ma si sbagliava – e Salvini, il 'capitano' ha chiuso i porti e oggi si suona una musica diversa in quell'Europa stanca della guerra intestina che ci hanno dichiarato i troppi 'radicalizzati sul web' del terrorismo in franchising nelle enclaves a maggioranza islamica delle 'banlieues'.E il confronto con l'ultimo reportage di ieri, sulla Stampa, dai ghetti miserabili di Buenos Aires, lascia sconcertati perché la sua prosa rimane lirica e alta, ma sembra descrivere poveri di seconda classe, al confronto con gli africani e i mediorientali delle sue incessanti percorrenze, poveri che gli servono per stigmatizzare gli odiati 'populismi' trionfanti nell'Europa del nostro scontento e, di riflesso, nel Nuovo Mondo – e, se è vero che ogni bidonville è diversa secondo le latitudini, è vero anche che il reddito pro capite dei poveri argentini è maggiore di quello degli africani migranti e induce a una minore pietà o, quantomeno, a un suo bilanciamento e ridistribuzione.Ma il risultato finale non cambia: i poveri restano poveri e i ricchi difendono con le unghie e con i denti la loro fragile ricchezza insidiata dalle troppe migrazioni e dalla 'microcriminalità' che si accompagna in cronaca a quelle e genera insicurezza e difesa degli ambiti di possesso e dei confini.E 'pietà l'é morta' se quei poveri ci danno l'impressione di aggredire i nostri orticelli faticosamente e amorevolmente coltivati nei faticosi decenni del nostro 'sviluppo', se ne faccia una ragione, il buon Domenico, ma continui a raccontarci le vicissitudini dei suoi migranti e dei poveri all over the world. Una qualche forma simpatia ce la comunica, in fondo, e lo apprezziamo.E, in India e in Vietnam, alcune bidonville sono scomparse e molte città hanno cambiato volto, nell'ultimo decennio, segno che una sotterranea dinamica economica e sociale è in atto e agisce, riducendo la povertà globale, bisogna avere pazienza. 
LASTAMPA.ITNei barrios di Buenos Aires dove è nato il populismo: “Ora il Paese è nel baratro”Nella capitale un terzo dei cittadini vive nella miseria, mancano lavoro e opere pubbliche Il peronismo nato per dare diritti ha portato tirannia e corruzione, fino al crollo economicoihttp://www.today.it/.../buenos-aires-quartieri-poveri.htmlGestire
TODAY.ITBuenos Aires, due mondi in una città: esplode la rivolta dei quartieri poveri