Chissà se gli attentati di ieri in Sri Lanka che hanno fatto 290 morti di vittime civili inermi – più morti che la guerra in Libia fino ad ora – ha convinto i popoli europei che si apprestano a votare il 26 di maggio per rinnovare il parlamento e i vertici dell'Unione che 'l'islam è una religione di pace'.E, a ben vedere, poco hanno fatto gli 'imam' nostrani e quelli immigrati nelle altre nazioni europee che predicano nelle moschee delle nostre città per convincerci, ma più convincere i loro riottosi fedeli, di questo improbabile assunto. E le cronache di questi ultimi anni di terrorismo assassino di 'radicalizzati sul web' e foreign fighters che sono affluiti in Siria per il sogno di un Califfato di ritorno grondano, letteralmente, del sangue delle vittime incolpevoli delle stragi dei mercatini di Natale e dell'Avenue des Anglais a Nizza e quella di Charlie Hebdo e il Bataclan e le altre negli aeroporti e locali pubblici che ben ricordate.La maledizione di una immigrazione massiva non governata e le enclaves nemiche delle periferie urbane di cui alle cronache di violenza che porterà, verosimilmente, a un cambio radicale nella composizione del parlamento europeo prossimo venturo.Ma papa Bergoglio continua a rappresentarci l'immagine del povero immigrato (l'immigrazione massiva dell'ultimo decennio è sotto il segno dell'islam a grandissima maggioranza) come di un 'povero Cristo crocefisso' (sic) – e l'azzardo del suo messaggio pasquale è ancora nelle nostre orecchie insieme alle immagini delle chiese distrutte dalle esplosioni in Sri Lanka e i cadaveri stesi sul pavimento.Forse sarà fatto santo, questo papa, come quasi tutti gli ultimi papi defunti, e la sua santità sarà sotto il segno di questa sua insensatezza e santa follia di voler credere che dirli fratelli, questi immigrati islamici e 'poveri cristi', sarà la nuova evangelizzazione e missione del cattolicesimo dei martiri e dei morti ammazzati sotto i nostri occhi, chissà. E vorremmo tanto credergli in questa sua 'mission impossible' di rappresentarci il futuro europeo come una lieta e serena coabitazione tra diversi di fede, ma le esplosioni di ieri e i morti ammazzati sulle strade di Parigi, Berlino, Bruxelles, Nizza sono immagini che fatichiamo a cancellare e a 'perdonare'. Tempo verrà, ma nel correre di molti, troppi decenni, papa santo.Oggi, invece, è meglio, molto meglio una Europa populista che sappia fornirsi/ci gli strumenti di governo di un futuro denso di conflitti, piuttosto che questo suo lamentoso e inane 'offrire l'altra guancia' ai maledetti assassini.
Dell'offrire l'altra guancia
Chissà se gli attentati di ieri in Sri Lanka che hanno fatto 290 morti di vittime civili inermi – più morti che la guerra in Libia fino ad ora – ha convinto i popoli europei che si apprestano a votare il 26 di maggio per rinnovare il parlamento e i vertici dell'Unione che 'l'islam è una religione di pace'.E, a ben vedere, poco hanno fatto gli 'imam' nostrani e quelli immigrati nelle altre nazioni europee che predicano nelle moschee delle nostre città per convincerci, ma più convincere i loro riottosi fedeli, di questo improbabile assunto. E le cronache di questi ultimi anni di terrorismo assassino di 'radicalizzati sul web' e foreign fighters che sono affluiti in Siria per il sogno di un Califfato di ritorno grondano, letteralmente, del sangue delle vittime incolpevoli delle stragi dei mercatini di Natale e dell'Avenue des Anglais a Nizza e quella di Charlie Hebdo e il Bataclan e le altre negli aeroporti e locali pubblici che ben ricordate.La maledizione di una immigrazione massiva non governata e le enclaves nemiche delle periferie urbane di cui alle cronache di violenza che porterà, verosimilmente, a un cambio radicale nella composizione del parlamento europeo prossimo venturo.Ma papa Bergoglio continua a rappresentarci l'immagine del povero immigrato (l'immigrazione massiva dell'ultimo decennio è sotto il segno dell'islam a grandissima maggioranza) come di un 'povero Cristo crocefisso' (sic) – e l'azzardo del suo messaggio pasquale è ancora nelle nostre orecchie insieme alle immagini delle chiese distrutte dalle esplosioni in Sri Lanka e i cadaveri stesi sul pavimento.Forse sarà fatto santo, questo papa, come quasi tutti gli ultimi papi defunti, e la sua santità sarà sotto il segno di questa sua insensatezza e santa follia di voler credere che dirli fratelli, questi immigrati islamici e 'poveri cristi', sarà la nuova evangelizzazione e missione del cattolicesimo dei martiri e dei morti ammazzati sotto i nostri occhi, chissà. E vorremmo tanto credergli in questa sua 'mission impossible' di rappresentarci il futuro europeo come una lieta e serena coabitazione tra diversi di fede, ma le esplosioni di ieri e i morti ammazzati sulle strade di Parigi, Berlino, Bruxelles, Nizza sono immagini che fatichiamo a cancellare e a 'perdonare'. Tempo verrà, ma nel correre di molti, troppi decenni, papa santo.Oggi, invece, è meglio, molto meglio una Europa populista che sappia fornirsi/ci gli strumenti di governo di un futuro denso di conflitti, piuttosto che questo suo lamentoso e inane 'offrire l'altra guancia' ai maledetti assassini.