Nebbie e dintorni

Fede e ragione. L'Europa nave dei folli.


13 ottobre 2016 · Quella fede che non si discuteIl direttore del giornale 'Avvenire' - giornale dei vescovi – aveva la voce grave e luttuosa, stamattina, nel leggere la sua rassegna-stampa quasi interamente incentrata sui migranti e le guerre e l'assedio di Aleppo e la nascita del duemilionesimo abitante palestinese di Gaza - uno dei peggiori 'slum' del nostro mondo caotico e privo di ogni criterio ordinatore e regolatore e il luogo da cui partono gli attacchi e gli attentati contro i cittadini di Israele.Una voce naturalmente curiale quella di Tarquini - e non sorprende date le quotidiane frequentazioni vaticane legate al suo ruolo - e intrisa di quel buonismo tutto compreso di sé che pretende di rimproverare il resto del mondo per la cattiveria del suo essere incapace di accoglienza universale e di trovare le giuste soluzioni (ce ne sono?) ai drammi della guerra e della fame e del sovraffollamento di alcune regioni del mondo. Ed era così convinta, quella sua voce, di essere nel giusto, da spingersi a definire 'urtanti' le parole del giornalista di 'Libero' che esprimeva un diverso parere dal suo e da quello di tutti i buonisti associati e s-governanti europei che hanno riempito le maggiori città europee di milioni di disadattati e di disoccupati cronici dal cui 'disagio sociale' (come viene buonisticamente definito) scaturiscono i troppi casi dei 'radicalizzati sul web' e degli assassini seriali che preparano attentati e uccidono per le strade e nei teatri e nei supermercati e nelle 'promenade des anglais' i cittadini europei che hanno offerto loro pietosa e generosissima e indebita accoglienza.E se i 'buonisti' e il giornale dei vescovi e il loro direttore ne hanno fatto una missione e una questione di fede, quella dell'accogliere senza limiti né ragionevoli criteri ordinativi e regolatori milioni di persone e dello stipare nelle periferie urbane gente difficilmente integrabile - perfino se di 'seconda generazione' -, la realtà caotica e invivibile di quelle periferie dove la polizia mette piede solo nei casi eclatanti delle emergenze-terrorismo esplode spesso, spessissimo in cronaca nera quale luogo di conflitti e di contrapposizioni insanabili di 'umma' e 'sharia' che sempre più cittadini europei chiamati alle urne dicono di non volere più tollerare a quel modo e accettare le violenze e le provocazioni di giovanotti assatanati e in foia che insultano e picchiano le donne europee poco vestite e le aggrediscono, com'è accaduto nel corso dei Capodanni di Colonia, Zurigo, Helsinki e altre città europee.E pare che ai buonisti per fede e professione proprio non riesca di mettere insieme i due fenomeni associati - che pure le cronache giornalistiche e televisive ci scodellano ogni santo giorno – dei conflitti legati al troppo dell'immigrazione senza regole e argini e continuano a propinarci con voce grave e compresa i loro predicozzi pii su quanto dovremmo essere più buoni e accoglienti e santi nei confronti di tutti coloro che soffrono e ci assediano e attentano al nostro fragile e residuo benessere di abitanti del continente europeo. E che questo nostro benessere sia legato a un precario equilibrio economico e sociale che, se spezzato dai numeri altissimi dell'immigrazione a cinque cifre, franerà su stesso e innescherà reazioni anche più virulente di 'muri' e filo spinato e instabilità politica e conflitti sociali, proprio non importa minimamente ai vescovi e al direttore del loro giornale. La fede non si discute, neanche quando è foriera ( e quante volte lo stata nel corso della Storia, ahinoi) di immani conflitti annunciati. Ci risparmiassero almeno le voci gravi e compunte e i toni di rimprovero rivolti all'universo mondo che non condivide le loro folli passioni e missioni salvifiche.