Nebbie e dintorni

Un mondo rotto e invivibile


 8 febbraio 2018 ·   Chi è causa del suo mal pianga se stesso.« Sono molto poco soddisfatto del trattamento mediatico riservato al mio libro in Francia...il punto centrale non è l’Islam, il mio è un attacco feroce all’Occidente...non credo che l’essere umano possa vivere in un mondo che cambia di continuo. L’assenza di equilibrio, di un progetto di equilibrio, è di per sé invivibile. L’idea del cambiamento perenne rende la vita impossibile.» https://it.wikipedia.org/wiki/Sottomissione_(romanzo)Sto leggendo 'Sottomissione' di Hoellebcq, dopo averne letto, negli anni e nei mesi scorsi, le recensioni più svariate e allarmate e partigiane. Bisogna leggere i libri qualche tempo dopo la loro prima uscita, a freddo – sopratutto quelli che si misurano dichiaratamente con i drammi del tempo presente e con le sue contraddizioni e i conflitti annunciati e spaventosi.E' un buon romanzo, piacevole e svelto in lettura, la cui scrittura, come altri romanzi dello stesso autore, non indulge in fronzoli, non ciurla nel manico, non si compiace di estese considerazioni filosofiche e di massimi sistemi, bensì 'va al sodo' in modo svelto ed essenziale e usa gli elementi romanzeschi di fantapolitica con grande efficacia, restituendoci un quadro di verosimiglianza e facile predizione di quanto avverrà fra qualche anno in Francia e negli stati europei satelliti.Dico 'satelliti' perché, nell'economia del romanzo e della sua verosimile predizione di sottomissione al medioevo islamico prossima ventura, è la Francia ad avere la primogenitura storica di quella tragedia assoluta che stiamo vivendo oggi come europei 'indigeni' di prossima e annunciata minoranza per l'avere offerto, nei decenni scorsi, facile e inconsapevole cittadinanza a milioni di immigrati provenienti dalle sue ex colonie. Parlo della presente tragedia delle cronache sanguinose dei 'radicalizzati sul web' provenienti dalle 'banlieues' parigine e da quelle delle altre sue metropoli da tempo trasformate in 'enclaves' territoriali precluse alle ordinarie operazioni di ordine pubblico repubblicano e oramai a maggioranza assoluta di genti islamiche rancorose e nemiche e ostili alla cultura dell'occidente e ai suoi valori laici conclamati e consolidati.E, se è solo una coincidenza che l'uscita del libro sia avvenuta proprio il giorno del massacro di Charlie Hebdo e della dichiarazione di guerra intestina di quei pretesi 'guerrieri' islamici alla libertà di espressione come l'amiamo e la vogliamo nelle terre di occidente (nous sommes tous Charlie), non è una coincidenza (non ancora), bensì una puntuale e verosimile predizione di post moderna Cassandra, il resoconto che fa il libro della formazione e rapida affermazione in Francia di un partito islamico detto 'Fratellanza mussulmana' - che raggiunge il 22,9 per cento dei consensi e surclassa il vetusto e imbelle partito socialista del tristo Hollande e il cui candidato finto-moderato si misura nella corsa alle presidenziali con il Fronte nazionale di Marine le Pen, vincendola per l'apporto dei voti sinistri e dei pretesi e confusi 'antifascisti'. Prodromo di quanto può avvenire e avverrà nel momento in cui le curve demografiche degli indigeni e quelle degli immigrati presenti e affluenti a centinaia di migliaia ogni anno si invertiranno e lo ius soli regalerà una facile e ottusa cittadinanza elettorale ai 'giovani turchi' di prima, seconda o terza generazione di immigrati. Verosimile, dicevo, ma, fra qualche anno, figli e nipoti degli indigeni residuali saranno costretti a togliere il 'simile' e misurarsi con il 'vero'.Un '1984' in sedicesimo, il libro di Houellebcq. Una predizione/anticipazione da far tremar le vene ai polsi - e mi fa ridere il senso di allarme di coloro che gridano, un giorno si e l'altro pure, 'Al lupo fascista!' e davvero non capiscono che, come dice l'autore nella citazione che ne faccio in testa a questa recensione, '(…) il mio è un attacco feroce all'Occidente... non credo che l'essere umano possa vivere in un mondo che cambia di continuo. L'assenza di equilibrio è, di per sé invivibile. (….)' E se le persone, gli indigeni residuali, reagiscono male a questi cambiamenti drammatici e tragici e ai conflitti annunciati dalle insensate e stolide immigrazioni massive, beh dobbiamo metterlo nel conto e attenderci le reazioni conseguenti. Chi lo diceva che 'chi è causa del suo mal pianga se stesso'?