Nebbie e dintorni

Viaggi nel tempo e increspature gravitazionali


La 'giornata della memoria' relativa all'esodo dei fiumani e dalmati, col tragico corollario di foibe colmate a botte di cadaveri, dovrebbe insegnarci che, quando comincia un'occupazione, è bene andarsene al più presto, se la forza di eventi bellici lo impone e rende il territorio di appartenenza indifendibile.Troppa attesa, troppe tergiversazioni e vane speranze che il quadro bellico muti possono essere fatali – e ben lo sanno quei fiumani e dalmati che se ne uscirono dai territori occupati dagli slavi per il rotto della cuffia perché non accettavano di lasciare campi e case e mobili e averi ai nuovi barbari.Così è per ogni occupazione – qualunque sia il varco attraverso il quale passano gli occupanti e i 'trattati' sottoscritti dalle nazioni che quell'occupazione consentono o le tolleranze e le compassioni buoniste che le avvallano, per tornare ai giorni nostri. Così è stato per le nuove bidonvilles e 'favelas' che si sono create 'au bord de la mer' a Calais e dintorni – e vanamente le autorità francesi le abbattono a furor di ruspe, ma sempre risorgono perché gli occupanti dispersi ritornano, come un esercito che si ritira, ma contrattacca dopo poco e si reinsedia e tornano le baracche. E i numeri sono dalla loro parte (pensate a che cosa succederebbe se la Turchia – come già minaccia di fare – aprisse le sue frontiere e liberasse i tre milioni di profughi che contiene). e la demografia ci mostra le curve delle future occupazioni e insediamenti dei 'popoli del mare' nei nostri territori e chissà che aspetto avranno le città europee da qui a trent'anni. Per averne un'idea guardatevi le foto di Nizza, di quand'era visitata da artisti e poeti a inizio secolo, e osservatela ora, nei suoi quartieri interni che sono una desolazione di miseria architettonica e rissosa e infelicissima commistione di popoli e culture. Ma così va il mondo, ci consolano i buonisti – mutanti capaci di elaborare e metabolizzare la bruttezza e la miseria degli uomini e delle architetture e proporcela come cibo nuovo delle nostre anime, alla pari col fritto misto di insetti e larve che, sembra, sarà la soluzione al problema della fame nel mondo. Trovatemi un varco gravitazionale nelle increspature dello spazio-tempo e fermate il mondo, voglio scendere.