Nebbie e dintorni

Era uno (ieri), saranno cento.


E' parte della dinamica di una pandemia l'aprirsi di una falla inattesa in un qualche punto della diga sanitaria che si è eretta in fretta e in furia ed ha, fino a ieri, protetto il nostro paese. I cui dirigenti e responsabili sanitari si sono fatti belli in cronaca dei rientri guidati dalla Cina e dalle navi da crociera dei nostri connazionali, ma una opportuna cautela in più avrebbe suggerito loro tempi di attesa più lunghi dei contagiati nei luoghi di residenza in Cina e altrove.E l'incauto codognese che ha incontrato in un ristorante i due colleghi provenienti dalla Cina (chissà quanti contagiati emergeranno nelle prossime ore al seguito, dal momento che la finestra temporale del possibile contagio è di oltre 20 giorni) dovrà dare agli inquirenti sanitari con la massima precisione i nomi e i cognomi dei suoi successivi contatti, e lo stesso dovranno fare i due 'untori' provenienti dalla Cina, se si vuole chiudere in fretta la grossa falla che molto ci preoccupa e impedire un 'effetto Wuhan' a Codogno e dintorni.E c'è da chiedersi, in quel malauguratissimo caso, se abbiamo la stessa capacità dei cinesi di combattere 'manu militari' la diffusione della malattia e se qualcosa ci ha insegnato quella loro disperata ed eroica battaglia che, sembra, stia dando i suoi frutti di recessione del contagio e la crescita a picco delle guarigioni.In alto i cuori.Nelle settimane scorse aveva cenato con alcuni colleghi tornati dalla Cina. Misure di sicurezza nell'ospedale di Codogno dove è ricoverato
ILGIORNALE.ITCoronavirus, primo contagio in Lombardia: 38enne in terapia intensiva a CodognoNelle settimane scorse aveva cenato con alcuni colleghi tornati dalla Cina. Misure di sicurezza nell'ospedale di Codogno dove è ricoveratoNelle settimane scorse aveva cenato con alcuni colleghi tornati dalla Cina. Misure di sicurezza nell'ospedale di Codogno dove è ricoverato