Nebbie e dintorni

Elogi e follie


Cronache dalla nuova peste 9Ho maturato, nel corso di una attenta osservazione dei fatti e degli eventi dei miei biblici settanta, la convinzione che la società dei liberi ed uguali del mio prossimo è una società malata, spesso preda di venti di follia e demenza e alzheimer violenti che ne scuotono le fondamenta e poco spazio si dà, da sempre, alle voci di ragione e molto, di contro, a quelle del sentimento. La piaga aperta dal Romanticismo malato dei 'Dolori del giovane Werther' fa tuttora patologico aggio sulle pacate esposizioni e trame utilitaristiche del noiosetto 'Ragione e sentimento' della Austen.E se è vero che le scarse e afone voci di ragione, racchiuse in un romanzo futuro, pochissime copie venderebbero perché ci piacciono di più gli strazi e i picchi amorosi di derelitti amanti piuttosto che la linea continua delle sperimentate convivenze dei 'vecchi amanti' - che se ne vanno a decine in rianimazione -, pure crediamo che un maggior tasso di ragionevolezza nei nostri e altrui comportamenti sociali e 'social' aiuterebbe a vivere – specie in momenti calamitosi come gli odierni allarmi del corona virus.Allarmi che ci mostrano, impietosi, la scarsa dimestichezza che abbiamo con gli strumenti della scienza e come sia difficile, se non impossibile, maneggiarli in una società di massa mediaticamente impazzita nei suoi echi di follia collettiva che rimbalzano di telegiornale in telegiornale e foglio di stampa e 'social', e ricondurre a ragione chi non vuole rinunciare a 'vivere cosìiii, col sole in fronte' pur nell'evidenza ed impellenza del caos sanitario e del dilagare del contagio.Vedi, esempio estremo, ma non l'unico, quei cento tàngheri di Ferrara che non hanno voluto 'sentir ragione' degli allarmi e degli inviti perentori della autorità a 'stare a casa' e hanno dato vita alla strepitosa e adrenalinica milonga del contagio – con le autorità costrette, nei giorni successivi, a inseguire e chiedere nomi e cognomi dei futuri untori e 'portatori sani' per arginare l'inevitabile espansione.E non meno folle ci pare il ricorrere nelle bocche dei troppi pazzi che si mostrano fieri e arroganti in primo piano nei talk show televisivi del romanticissimo 'stay human' - 'restiamo umani' per chi poco mastica di inglese – che suona bene, benissimo, in verità, e ci fa sentire bene e tanto buoni e misericordiosi, ma, commisurato con le cifre di un milione di profughi arrembanti sui confini di Europa che ci promette Erdogan, il maledetto satrapo, sembra a molti di noi geremiade un filo cretina di poveri cristi ostinatamente rannicchiati nel loro angoletto neuronico di un buonismo asfittico e incapace di governo dei maledetti eventi catastrofici del nostro vivere associati.Manca un Erasmo, di questi tempi, che ci riproponga, riveduto e corretto il suo 'Elogio della follia' – che magari una risata amara ci esce di bocca e chissà che non seppellisca il troppo di stupido che dilaga nelle presenti cronache della nuova peste. (Fine)
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ILMANIFESTO.IT«No al panico, ma non è banale influenza. Serve razionalità» | il manifesto