Nebbie e dintorni

Ad maiora


Ad maioraQuel quadrilatero di km 6 in aperta campagna bordeggiato di poche case coloniche che ho scelto per le mie scarse attività motorie al sole (consentite dal decreto di clausura e nessun essere umano per strada in ore postprandiali), termina in un supermercato. Temo, però, che il suo lato più lungo sia tangente (e, forse, appartenente a) la provincia di Venezia, il che mi esporrebbe a sanzione severa se chi di dovere incaricato di vigilanza fosse in numero tale da coprire anche le stradine di campagna.La buona notizia è che, da queste parti, il divieto di movimento e#restateacasa diffuso dai tanti zelanti su Facebook che ci tengono a scampare al corona virus sembra essere rispettato con grande rigore e perfino in religioso silenzio – tant'è che si ode netto il canto melodioso del merlo sui rami e il tubare ventriloquo della tortora e il latrato di qualche cane annoiato in lontananza.E la primavera avanza ogni giorno di un po' e l'albero che ieri era spoglio e triste oggi mostra in tralice le sue gemme puntate di bianco e pallido rosa e il giallo dei narcisi orna i fossi ancora umidi della pioggia recente e tutto in natura sembra affermare la prevalenza del vivere sul morire; perciò 'in alto i cuori' e rivolgeteli alla Natura che ci è madre (talora matrigna, è vero) perché è dalla possanza primaverile delle radici di ogni albero ed arbusto in fiore che verrà la risposta più sicura contro il picco del morbo che ci affanna. Abbiamo futuro. Siamo figli della Fenice (che non si sa perché alcuni vogliono 'araba') e anche 'delle stelle' – lo dice la nota canzone; stelle che, presto o tardi, raggiungeremo. Ad maiora.