Nebbie e dintorni

Riflessioni epocali


Riflessioni epocaliTra le riflessioni 'epocali' indotte dalla travolgente esperienza della malattia e il timore della morte al seguito vi è quella che sottolinea un'inversione di tendenza storica della specie, ed è: '(…) ciò che osserviamo nel corso dei flagelli: che ci sono, negli esseri umani, più cose da ammirare che da disprezzare' (A.Camus 'La peste').Il 'mors tua vita mea' dei predatori e dei cacciatori e dei guerrieri/soldati di ogni epoca e latitudine lascia il posto al vistoso 'offro la mia vita per te' dei medici in prima linea nelle rianimazioni, con il tributo di morte che ne è seguito della categoria. E la schiera degli infermieri che si gettano nella mischia a migliaia (diecimila hanno risposto alla chiamata di prima linea del governo) ci conferma che davvero 'qualcosa è cambiato' dai tempi delle epidemie storiche - con le fughe in campagna o alle cascine di chi poteva e chi restava affogava nei miasmi delle pesti nelle città più colpite che dimezzavano i numeri degli abitanti.E un'altra riflessione è quella che mostra l'inurbamento massivo nelle grandi metropoli - che faceva parlare di 'civiltà dell'Urbanesimo' e preconizzava una tendenza irreversibile - oggi contraddetto dal panico per il contagio esplosivo; e osserviamo in tivù i conflitti e il corpo a corpo sui treni e gli autobus degli indiani che, a sciami, provano a scappare dalle metropoli per far ritorno ai villaggi. L'inane predicazione di Ghandi di un 'ritorno ai villaggi' per contrastare la miseria spaventosa e il mendicismo diffuso nelle metropoli ai tempi suoi oggi è riscattata e resa attuale dall'epidemia che dilaga e fa contare i morti a migliaia.Il mito della globalizzazione è finito – cancellato dal virus assassino pandemico? E' presto per dirlo. Lo sapremo nei durissimi mesi che faranno seguito allo stop delle economie - e la recessione conclamata, i cui numeri percentuali aumentano ad ogni giorno di reclusione forzata, e già si prevede che sarà 'a due cifre'. E la città di NewYork chiusa da notte, la Grande Mela che più nessuno addenta e gli aeroporti chiusi, è l'immagine simbolica più evidente di questo tracollo epocale di prospettive. E nessuno si azzarda più a fare previsioni in questo mondo che più non riconosciamo come nostro, delle 'magnifiche sorti e progressive' della mia generazione e 'chi vivrà vedrà'; accontentiamoci delle magnifiche prove di umanità dei medici e gli infermieri in prima linea – un famoso telefilm che mai ci saremmo sognati di vedere tradotto in realtà quotidiana sui telegiornali nazionali ed esteri.L'ex ministro dell'Economia Tremonti: "Lo sparo del 1914 pose fine alla Belle Époque, la pandemia a 30 anni di mercatismo"
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