Pare, si dice (rassegna stampa rainews24 di stamane), che stiano preparando un sondaggio discreto, non troppo pubblicizzato, su cosa pensiamo della detenzione domiciliare - per regolarsi di conseguenza sulle ri-aperture nazionali e/o regionali. I presenti politici di s-governo sono pavidi e guardano ai sondaggi, si sa, ma forse anche il Churchill, che alla radio prometteva lacrime e sangue alla nazione in guerra, si beccherebbe un sonoro pernacchio di ritorno, di questi tempi. Non abbiamo più il fisico per quel genere di eroismi.Ed è facile predizione affermare che, nei quartieri orribili delle periferie urbane degradate dagli immensi condomini postbellici privi di terrazze o con terrazzuoli asfittici, la risposta al sondaggio sarà un boato di auspicata liberazione e un 'liberi tutti', in barba al virus non domo e malgrado il rischio di nuovi focolai e 'zone rosse' perché, come nota una filosofa qui sotto, non si può privare un intero popolo della libertà per mesi due e pensare di averne un consenso spaventato, un plauso trimestrale e forse oltre.Perciò a maggio si cambia, ma fino al 15 o fino al 31 avremo treni e autobus che sfilano deserti di gente perché abbiamo rodato una naturale ritrosia al troppo pieno e il 'distanziamento' interpersonale ci verrà facile, mascheromuniti, salvo i poveretti che dovranno tornare in fabbrica tutti insieme a preparare la 'ripartenza'.E pare che i vecchietti, macchiati indelebilmente con lo stigma sociale di 'anziani' - io con loro - dovranno munirsi di un 'braccialetto' che li tracci e li dica 'immuni' o li dissuada dal muoversi in libertà. Tamponiamoci tutti. Il vecchietto dove lo metto della nota canzone.Con il che veniamo alla riflessione bene espressa qui sotto dal signor Francesco Del Bianco che ci richiama i tempi tristissimi di altri stigmi sociali e divise a righe e filo spinato, ma, per fortuna, il 25 aprile di Liberazione è alle porte e sarà interessante vedere 'l'effetto che fa' al canto di 'partigiano portaci via'. Via, via, via di qua, diceva una nota e più cogente canzone.
Stigmi sociali e diritti costituzionali
Pare, si dice (rassegna stampa rainews24 di stamane), che stiano preparando un sondaggio discreto, non troppo pubblicizzato, su cosa pensiamo della detenzione domiciliare - per regolarsi di conseguenza sulle ri-aperture nazionali e/o regionali. I presenti politici di s-governo sono pavidi e guardano ai sondaggi, si sa, ma forse anche il Churchill, che alla radio prometteva lacrime e sangue alla nazione in guerra, si beccherebbe un sonoro pernacchio di ritorno, di questi tempi. Non abbiamo più il fisico per quel genere di eroismi.Ed è facile predizione affermare che, nei quartieri orribili delle periferie urbane degradate dagli immensi condomini postbellici privi di terrazze o con terrazzuoli asfittici, la risposta al sondaggio sarà un boato di auspicata liberazione e un 'liberi tutti', in barba al virus non domo e malgrado il rischio di nuovi focolai e 'zone rosse' perché, come nota una filosofa qui sotto, non si può privare un intero popolo della libertà per mesi due e pensare di averne un consenso spaventato, un plauso trimestrale e forse oltre.Perciò a maggio si cambia, ma fino al 15 o fino al 31 avremo treni e autobus che sfilano deserti di gente perché abbiamo rodato una naturale ritrosia al troppo pieno e il 'distanziamento' interpersonale ci verrà facile, mascheromuniti, salvo i poveretti che dovranno tornare in fabbrica tutti insieme a preparare la 'ripartenza'.E pare che i vecchietti, macchiati indelebilmente con lo stigma sociale di 'anziani' - io con loro - dovranno munirsi di un 'braccialetto' che li tracci e li dica 'immuni' o li dissuada dal muoversi in libertà. Tamponiamoci tutti. Il vecchietto dove lo metto della nota canzone.Con il che veniamo alla riflessione bene espressa qui sotto dal signor Francesco Del Bianco che ci richiama i tempi tristissimi di altri stigmi sociali e divise a righe e filo spinato, ma, per fortuna, il 25 aprile di Liberazione è alle porte e sarà interessante vedere 'l'effetto che fa' al canto di 'partigiano portaci via'. Via, via, via di qua, diceva una nota e più cogente canzone.